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Guido Seborga

(Torino 1909 - 1990)

Biografia

Nato a Torino il 10 ottobre 1909, Guido Seborga, pseudonimo di Guido Hess, è stato, nella cultura italiana del Novecento, una singolare e poliedrica figura di militante politico, giornalista, poeta e pittore.

Il padre, Adolfo Hess, ingegnere elettrotecnico, alpinista e protagonista di diverse prime ascensioni nel gruppo del Monte Bianco, era stato il promotore in Italia dei bivacchi fissi in montagna.

La famiglia discendeva dal famoso filosofo tedesco Moses Hess, teorico del comunismo, amico di Marx e Engels e precursore del sionismo.

Sebbene orgoglioso di tali ascendenze, Guido sceglierà tuttavia per sé, come poeta, letterato e pittore, lo pseudonimo di Seborga, il piccolo comune dell’entroterra di Bordighera, la città ligure cui rimarrà sempre profondamente legato.  

Allievo di Augusto Monti al Liceo D’Azeglio di Torino, dopo alcuni anni passati tra Berlino, Parigi e Roma, nel ’28 era tornato a Torino maturando presto nell’ambiente intellettuale torinese una coscienza antifascista che lo avrebbe portato a militare nella Resistenza prima fra le file del Partito d’Azione con Giorgio Agosti, Alessandro Galante Garrone e Ada Gobetti e poi come partigiano nelle Brigate Matteotti.

Collaboratore fin dagli anni ’30 di alcune fra le maggiori riviste culturali italiane (Circoli, Campo di Marte, Carte segrete, Emporium, Primato, Prospettive, La Fiera Letteraria, ecc.), con poesie, racconti, e articoli di critica artistica e letteraria,  nel 1945, a poche settimane dalla Liberazione, insieme a Ada Gobetti, Franco Antonicelli, Norberto Bobbio, Cesare Pavese, Felice Casorati e Massimo Mila, fu tra i fondatori della storica “Unione Culturale”, la più vivace e importante associazione culturale del capoluogo piemontese, tuttora attiva e operante.    

Nel dopoguerra si impegna attivamente nel Partito Socialista Italiano, dirigendo con Lelio Basso la rivista Socialismo e intensificando la sua attività giornalistica politica e culturale su riviste e giornali italiani e francesi.

Nel 1948 pubblica nel ’48 Mondadori, nella prestigiosa collana della Medusa, il suo primo romanzo, Camporosso, di forte carica realista, cui avrebbe fatto seguito l’anno dopo, Il figlio di Caino e negli anni seguenti, Ergastolo e Morte d’Europa. Seborga vi denuncia la spersonalizzazione e la violenza insita nell’automazione e la necessità di un costante impegno civile per farvi fronte.

Ma è a partire dagli anni Sessanta che Seborga si impone definitivamente sulla scena artistica italiana.

Nel 1964 esce la prima delle sue tre raccolte poetiche, Se avessi una canzone, e nel 1968 pubblica il suo diario, Occhio folle occhio lucido. Aveva intanto ripreso a disegnare e a dipingere dando vita alle sue famose Ideografie, in cui prendendo spunto dalle celebri incisioni rupestri della Valle delle Meraviglie, in territorio francese nell’entroterra di Bordighera, che sin da bambino ne avevano colpito la fantasia, faceva rivivere sulla tela quelle stilizzate figure arcaicizzanti, riducendole a nere silhouette che, su vivaci sfondi cromatici, acquisivano per contrasto un vibrante e guizzante dinamismo astratto.

Presentate alle prime mostre nel 1969, quelle Ideografie lo avrebbero reso presto popolare fra gli artisti d’avanguardia, specie dopo la personale al Castello Sforzesco di Milano nel 1973 e quella alla Galleria Narciso di Torino nel ‘74, cui avrebbero fatto seguito una lunga serie di personali e collettive in Italia e all’estero per tutto il corso degli anni Settanta e degli anni Ottanta.

Ed è alla sua attività pittorica che oggi resta soprattutto legata la sua fama.

Tutta l’attività artistica e letteraria di Seborga ha come sfondo Bordighera e l’estremo lembo di Ponente della Liguria, a partire dai suoi primi romanzi e dalle sue poesie, fino ai suoi ultimi dipinti.  A Bordighera, d’altronde, nel dopoguerra Seborga aveva dedicato gran parte del suo impegno di infaticabile organizzatore culturale fondando l’Unione Culturale di Bordighera e partecipando attivamente fin dai primi anni Cinquanta alla giuria del premio di pittura e di letteratura  “Cinque Bettole”, insieme a Italo Calvino, Carlo Bo, Camillo Sbarbaro, Giancarlo Vigorelli e Carlo Betocchi.  

Seborga è morto a Torino nel 1990.

Fra il 2009 e il 2010, in occasione del centenario della nascita e del ventennale della morte, il Comune di Bordighera ha promosso una serie di attività commemorative, fra cui una mostra delle opere di Seborga di proprietà comunale, oggi esposte in via permanente nei locali della Biblioteca civica. Nella stessa ricorrenza, manifestazioni con conferenze, tavole rotonde e presentazioni di libri  e filmati a lui dedicati sono state organizzate al Salone del Libro e all’Unione Culturale Franco Antonicelli di Torino, a Genova, a Roma e alla Zentral und Landes Bibliotek di Berlino.  

Bibliografia

Massimo Novelli, L’uomo di Bordighera. Indagine su Guido Seborga, Milano, Spoon River, 2008

Laura Hess, Massimo Novelli, Guido Seborga. Scritti, immagini, lettere, Milano, Spoon River, 2009

Guido Seborga, Occhio folle occhio lucido, Spoon River, 2013

Guido Seborga. La Valle delle Meraviglie. Ideografie, catalogo della mostra di Milano, Castello Sforzesco, 4-25 maggio 1973, presentazione di Pier Angelo Soldini, Comune di Milano, 1973

Guido Seborga. Pittura ideografica, Catalogo della mostra Galleria Narciso, di Torino, 18 aprile-10 maggio 1974, testi di Umberto Mastroianni, Marzio Pinottini e Guido Seborga, Torino, Galleria Narciso, 1974

Guido Seborga. Ideografie Afro mediterranee,

 

Filmografia

Gabriele Nugara, Guido Seborga. Ritratto d’artista, 2010

Opere in catalogo