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Mostra - La Valtellina di Livio Benetti

Sala 4 - Gli uomini e il lavoro: la scultura

 

Quando Benetti si trasferisce definitivamente dal Trentino in Valtellina, la sua principale attività è la scultura, che presto tuttavia deve abbandonare per dedicarsi alla pittura, l’unica attività artistica per la quale c’è nella Valle una certa committenza.
All’antica passione per la scultura l’artista torna nel corso degli anni Cinquanta, grazie a una discreta committenza pubblica e privata, di cui i due grandi bassorilievo sul tema del lavoro in Valtellina qui presentati sono un cospicuo esempio. Essi infatti nascono da una committenza della Banca Popolare di Sondrio che intendeva sottolineare in questo modo il valore del lavoro umano come base del risparmio e come finalità del credito. Ma il tema del lavoro umano si lega subito in Benetti anche a un sentimento di religiosa pietas che ne trasferisce il significato dal piano puramente economico a uno più spirituale metafisico in cui per il cattolico Benetti, nutrito dall’insegnamento di Mounier, consiste propriamente il senso dell’attività umana.
Anche gli altri due lavori scultorei qui presentati sono frutto della committenza diretta da parte della Banca popolare di Sondrio. Il primo sul tema cristiano di S. martino, voluto dalla banca come arredo della facciata della propria sede di Tirano per sottolineare il senso solidale del credito bancario che si esprime nella figura di San Martino, figura emblematica di santo pellegrino emblema in una zona di traffico e di passaggio come il tiranese. Il secondo destinato alla filiale della Bps di Chiavenna dedicato a Giovanni Bertacchi, il poeta più rappresentativo della cultura valtellinese del Novecento, nella cui storica abitazione ha oggi sede la filiale della banca nella cittadina sulla Mera.