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Mostra - Illustrare i Promessi Sposi

Sala 1 - Bartolomeo Pinelli: 16 litografie sui Promessi Sposi

 

 Nella storia dell’illustrazione dei Promessi Sposi, le 20 litografie di Bartolomeo Pinelli occupano un posto particolare, non solo perché sono tra le prime ad essere apparse dopo l’uscita della prima edizione del romanzo nel 1827, ma anche perché sono opera di un artista romano, “er pittore de Trastevere” lo chiamò Giovanni Gioacchino Belli, che ci dà un’interpretazione in chiave del tutto romanesca del romanzo manzoniano. Pinelli era noto a Roma per le sue pittoresche incisioni in cui esaltava il costume e la vita del popolo di Roma e della campagna romana, così lontani dal mondo popolare lombardo degli umili protagonista del romanzo manzoniano. Ma era anche il colto artista neoclassico che aveva illustrato l’Eneide, la Divina Commedia, la Gerusalemme Liberata, l’Orlando furioso e L’asino d’oro di Apuleio e che vedeva nella plebe romana del suo tempo e negli stessi briganti dell’agro romano, tra cui da giovane aveva per qualche mese vissuto, gli eredi dell’antica fierezza della Roma classica. Era dunque inevitabile che anche in queste litografie sui Promessi Sposi affiorassero fisionomie, atteggiamenti e tic figurativi del suo repertorio romanesco. Ecco allora spuntare l’agave mediterranea nella scena dell’incontro di don Abbondio con i bravi, ecco apparire improbabili architetture classiche e vitruviane, in luogo del semplice villaggio di pescatori, nella scena in cui fra Cristoforo si reca a casa di Lucia, ecco emergere qua e là il profilo attico e neoclassico di Lucia, ecco i bravi più simili a briganti ciociari che a sgherri d’un signorotto.  Forse, dunque, si tratta del “più illustre dei tradimenti figurativi inflitti al romanzo”, come è stato scritto, ma in questo modo Pinelli rendeva più facile la ricezione dei Promessi Sposi da parte del pubblico popolare romano, riconoscendo implicitamente a un romanzo lombardo contemporaneo, a soli tre anni dalla sua apparizione, il valore di classico della letteratura universale e di vero e proprio romanzo nazionale.