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Mostra - Illustrare i Promessi Sposi

Sala 3 - L’illustrazione novecentesca dei Promessi Sposi: le “riflessioni figurative” di Nino Lupica

 

Nino Lupica, l’artista siciliano che vive oggi a Lecco e che può considerarsi lecchese d’adozione, giunge al confronto con I promessi sposi all’inizio degli anni Ottanta, dopo essersi misurato con l’opera di Salvatore Quasimodo, con la Divina Commedia di Dante, con I Malavoglia di Verga, con l’Ulisse di Joyce e con intensi testi poetici contemporanei come il Quaderno gotico di Mario Luzi.  Come ha scritto Dino Carlesi, “illustrazione è termine improprio nel caso di Lupica”, perché “la reinvenzione  dei significati  non ha nulla di illustrativo, ma è creazione vera e propria , libera , ma fedele allo spirito della’autore”. Ma il miglior commento a queste “riflessioni figurative sui Promessi Sposi”, come sono state giustamente definite, sono forse le parole che Mario Luzi da dedicato al rapporto delle immagini di Lupica col testo letterario: “La forza di compenetrazione nella sostanza  poetica  dei testi  - ha scritto Luzi – è in lui rapinosa. L’impatto e poi l’assunzione  come suo proprio dramma del nucleo vivo di quei capolavori  sono addirittura travolgenti. L’intensità di pensiero e di immaginazione accesa dal testo dell’opera  è tanto profonda e forte da catturare integralmente la sua esuberanza inventiva” che “ si manifesta come energia di un linguaggio prevalentemente interiore” , di un’interiorità “allo stesso tempo meditativa e impetuosa”.