Subito dopo il congresso di Vienna del 1815, l’Europa pacificata della prima Restaurazione vede la ripresa del Grand Tour e del turismo che non riguarda più soltanto la vecchia aristocrazia, ma anche i nuovi ceti borghesi, protagonisti della vita economica e portatori della nuova sensibilità romantica. E’ in questo contesto che si diffonde una nuova sensibilità per la pittura di paesaggio, che da genere minore, acquista un ruolo sempre più centrale nella rappresentazione artistica. Gli artisti non dipingono solo per esprimere sulla tela o nell’incisione le proprie sensazioni, ma lavorano con la mente rivolta anche a questo nuovo pubblico di viaggiatori cui forniscono con le loro opere nuove idee, nuove sensazioni. A questo mira appunto il Voyage pittoresque, il viaggio pittorico, con cui gli artisti realizzano le prime vere e proprie guide visive, attraverso una raccolta di incisioni che anticipano e suggeriscono le sensazioni del viaggio vero, ma che sono già in sé un viaggio degli occhi che plasma nell’anima collettiva la nuova immagine della natura. E questa immagine é tanto più forte, quanto più la natura si presenta nuova, pura, incontaminata, capace di suscitare sensazioni di infinito e di elevare l’animo al sublime o di inquietarlo con brividi di paura. E’ in questo contesto che avviene la scoperta del paesaggio lombardo che dalla Brianza porta gli artisti verso le Alpi, che le nuove strade, come quella dello Stelvio e dello Spluga realizzate in quegli anni, rendono ora transitabili. I coniugi Carolina e Federico Lose, tedeschi ma lombardi di adozione, e l’artista svizzero Johann Jakob Meyer sono tra i più noti artisti viaggiatori. Le incisioni che qui presentiamo sono tratte, appunto, dai loro preziosi album di incisioni.