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Mostra - Presenze artistiche del Novecento italiano nelle collezioni della Bps

Sala 2 - LA SCULTURA

 

Come la pittura, anche la scultura italiana del Novecento è caratterizzata da una irriducibile pluralità dei linguaggi formali. L’armoniosa bellezza del volto femminile di Francesco Messina, la perfetta simmetria dei suoi tratti, tutto trasmette  l’immagine di una perfezione che è allo stesso tempo individuale e ideale, nel tempo e fuori dal tempo, come nell’arte classica. Ma la frontalità della figura gli conferisce una enigmatica sacralità, da moderna sfinge, che ci rende chiara e sfuggente, vicinissima e lontanissima, nostalgica e inafferrabile la bellezza di quel volto. Agli antipodi di Messina, si colloca il raffinato espressionismo scultoreo di Francesco Somaini, qui ben rappresentato da questo suo magnifico Crocifisso, concepito per la sala conferenze “Fabio Besta” della Banca Popolare di Sondrio. L’idea della sofferenza vi è suggestivamente racchiusa nella stessa forma spezzata e contorta della materia, intricata di luce e di ombra. Più rude e primitivo l’espressionismo di Augusto Murer e di questo suo Toro che carica in cui si esprime la forza e l’energia  vitale, cieca e primordiale che Murer, artista delle Dolomiti bellunesi, avverte nella natura. Come Murer, anche Giovanni Thoux, valdostano, è un’artista le cui radici affondano nella cultura montanara. Il suo materiale è il legno di radice su cui Thoux scolpisce con teatrale e ironica vena narrativa, immagini ricavate dall’iconografia popolaresca dei ceri e delle raffigurazioni votive, dipinte con l’acquarello intriso di terra, in cui echi delle miniature e della pittura primitiva medievale si fondono a quelli della pittura fiamminga di Brueghel e delle figure di Modigliani. In questo suo sant’Anselmo d’Aosta, ad esempio, realizzato nel 2011 su committenza della Bps, il santo, assiso sulla sua cattedra, sembra volteggiare nell’aria come su un tappeto volante, sulla sfondo di architetture aostane  che si reggono in incerto e precario equilibrio,con modernissimo richiamo alle architetture del caos in cui si riflette il caotico mondo dei nostri tempi.