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Mostra - Tracce. Il paesaggio evocativo nell'arte valtellinese del secondo Novecento

Sala 2 - SPERIMENTALISMO E NUOVI LINGUAGGI NELLA PITTURA DI PAESAGGIO

 

È sorprendente come il più anziano dei pittori qui presentati, Francesco Carini, classe 1893, che per formazione e temperamento si era sempre mantenuto fedele ai modi del tradizionale realismo lombardo di fine Ottocento, trovi negli ultimi anni della sua vita la forza di rinnovarsi, dipingendo nel ’53 un’opera come Contrada a Caspoggio, dove la malìa del mondo montanaro in disarmo è resa con modernissima tecnica espressiva, quasi informale nella pennellata e nel felicissimo impasto cromatico che aderisce perfettamente all’atmosfera invernale del fatiscente nucleo rurale. Non meno sorprendente l’altra opera in mostra di Carini, Per le vie di Caspoggio, con quel cromatico ritmo ascendente dell’abitato dominato dall’alto silenzio, rotto dal cantilenante scorrere dell’acqua della fontana. Non sorprende invece la raffinata modernità di Geremia Fumagalli, un’artista che purtroppo ha abbandonato presto la pittura per la grafica, che con il suo Case rurali in Valtellina, ci dà nel ‘58 un poeticissimo e solitario nucleo rurale di cromatismo quasi fauves, immerso nel tramonto di una sera d’autunno. Né sorprende il carattere modernamente favolistico delle due opere di Valter Vedrini , Marzo a Caspoggio, dove il colore sembra agitato dal vento primaverile attorno alle case e ai massi rocciosi, e il quasi chagalliano Vicolo in Valmalenco con la barcollante architettura del gruppo di case rurali in animato dialogo tra loro.