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Mostra - Ritrovamenti, completamenti e nuove acquisizioni 2018 nelle Collezioni d’arte della Bps

 

Ritrovamenti, completamenti e nuove acquisizioni 2018 nelle Collezioni d’arte della Bps

In questa seconda rassegna virtuale del previsto ciclo su “Ritrovamenti, completamenti e nuove acquisizioni nelle collezioni d’arte della Bps”, di cui nel 2017 è stata presentata la prima parte, il capitolo di maggior interesse è costituito indubbiamente dalle quattro xilografie di Orfeo Tamburi (1910 - 1994) e non solo perché appartengono al periodo meno conosciuto degli esordi dell’artista a Roma, fra il 1929 e il 1931, ma, soprattutto, perché sono del tutto inedite, portando quindi nuova luce sugli inizi di una carriera artistica fra le più singolari e interessanti del Novecento italiano. Tamburi, infatti, appartiene a quella ristretta cerchia di artisti italiani che nel Novecento ha proseguito e rinnovato la grande tradizione ottocentesca des Italiens de Paris. Nella capitale francese, dove giunge per la prima volta nel 1935, l’artista di Jesi si lega presto di amicizia a pittori, scrittori e critici d’arte, come Blaise Cendras, Vlaminck, Zadkine o George Waldemar, che insieme ai molti letterati e intellettuali italiani ai cui libri collabora con le sue illustrazioni, ne decreteranno la fama e il successo. Orfeo Tamburi è anche uno dei 14 pittori chiamati nel 1960 dall’architetto Annibale Caccia Dominioni ad arredare con la realizzazione di paesaggi valtellinesi, la storica sede centrale della Bps da lui appena restaurata. In quell’occasione Tamburi realizzò un dipinto, Vigneti a Desco che è fra le cose più notevoli di quello straordinario capitolo del mecenatismo artistico della Bps, già ampiamente presentato in una delle prime mostre virtuali, Il paesaggio valtellinese nella grande pittura italiana del Novecento. Ora le quattro xilografie qui presentate, frutto della donazione di uno dei soci di Roma della banca, Riccardo Maggioli, vengono a costituire insieme a Vigneti a Desco, un piccolo capitolo dell’opera di tamburi nella collezione della Bps. La seconda sala della mostra è dedicata a tre artisti valtellinesi ben conosciuti da quanti seguono il nostro sito, Livio Benetti, Felice Cattaneo e Angelo Vaninetti, ripetutamente presenti con le lor opere in parecchie delle nostre precedenti mostre virtuali. Di essi vengono qui presentati tre nuovi paesaggi da poco ritrovati che incrementano il numero già cospicuo di loro opere presenti nelle collezioni della Bps. Un altro artista recentemente portato alla luce dal sistematico censimento del patrimonio artistico della Banca è Donatello Punzo. Il cognome è già, per se stesso, rilevante, perché si tratta dell’unico figlio di Paolo Punzo, il popolare artista della montagna le cui opere abbiamo presentato l’anno scorso nell’apposita mostra virtuale.
Infine Robert Weir Allan, un prolifico artista scozzese, epigono del paesaggismo ottocentesco inglese, di cui la Bps conserva nella sua collezione questa unica opera, un gradevole Paesaggio fluviale scozzese, da cui traspare tutta l’atmosfera  e il tipico gusto della classica tradizione paesistica anglosassone.