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Mostra - I secoli dell'arte nella collezione Bps: il Settecento

 

I secoli dell'arte nella collezione Bps: il Settecento

Dire un secolo, non è dire uno stile. Quando diciamo Settecento, non indichiamo un particolare indirizzo stilistico, né una famiglia di stili, ma definiamo solo un arco temporale entro cui si succedono stili diversi e talora opposti tra loro.  Il Settecento comincia col tardo barocco, si sviluppa col rococò e finisce col neoclasscismo che del barocco e del rococò è l’antitesi. Senza contare che per tutto il secolo perdura un classicismo accademico lontano dagli eccessi del barocco e del rococò.   Eppure c’è qualcosa che di fronte a un’opera d’arte ci fa immediatamente dire che si tratta di un’opera del Settecento, come se vi restasse impresso un marchio spirituale del secolo sotteso a tutti i mutamenti stilistici. Nel Settecento, ad esempio, anche nel più classicista degli artisti prevale quella aristocratica teatralità della rappresentazione, propria del barocco e del rococò, che permane anche nelle forme più raggelate del neoclassicismo.  Le scansioni secolari mettono, insomma, l’arte in rapporto con il movimento dell’intera società dando un senso storico all’avvicendarsi degli stili. Barocco, rococò non costituiscono tuttavia qualcosa di uniforme e di compatto, ma si sviluppano secondo particolarità nazionali e, entro queste, secondo differenze regionali, spesso molto forti, che diventano essenziali per capire l’apporto dei singoli artisti e delle scuole locali all’elaborazione di uno stile e il significato che questo stile assume in diversi contesti culturali.  Noi sappiamo oggi, ad esempio, quanto la pittura lombarda del Settecento sia stata caratterizzata da un diverso sentimento della realtà rispetto a quello delle altre regioni e come questa caratteristica perduri ininterrottamente nella pittura lombarda da Caravaggio in poi. Lo possiamo vedere, nella collezione della Banca Popolare di Sondrio, in molte opere del Settecento di area lombarda dove prevale questo realismo naturalistico che porta al rifiuto degli eccessi del barocco e del rococò e che mantiene gli artisti entro un misurato classicismo, pur nella persistente dimensione teatrale della rappresentazione. Pittori della realtà sono Giacomo Ceruti, il Pitocchetto, e l’austro-lombardo Cipper Todeschini, come lo sono Pietro e Vittoria Ligari e il lombardo-ticinese Giuseppe Petrini, che al realismo lombardo aggiunge quel carattere “speculativo” che gli riconosceva lo stesso Ligari .  I due paesaggi del Settecento di area veneta (non certo attribuibili allo Zais, come si è creduto) ci fanno intravedere, invece, un diverso ambiente artistico, quello della cultura, tipicamente veneta, del “vivere in villa, di gusto più arcadico. mentre il grande, scenografico dipinto di Francesco Solimena, L’arrivo delle ceneri del Battista a Genova, ci riporta al primo Settecento napoletano e a un filone naturalistico che, al di là della matrice classicista, si rifà alle correnti del moderno razionalismo europeo.  Quella del Solimena, peraltro, è un’opera di inestimabile valore storico-artistico dopo che l’incendio del 1777 ha distrutto il grande telero che campeggiava nella Sala del Minor Consiglio del Palazzo dei Dogi di Genova, di cui il dipinto della Popolare di Sondrio costituisce il superstite bozzetto più volte esposto in importanti rassegne e recentemente oggetto di un accurato intervento di restauro da parte di Pinin Brambilla.