Il Lago è uno specchio. I paesi vi si riflettono con tutto il loro carico monumentale di storia, come nel caso di Corenno Plinio, o allineandovi, ribaltata, la ridente parata dei palazzi che si distendono sulla riva, come nel caso di Valmadrera. Ma il lago è anche l’infinito che si confonde nel cielo. E, in questo caso, Ceretti gioca abilmente su un duplice registro, quello suggestivo dello sguardo che si perde al tramonto nella profondità senza fine della vasta distesa dell’acqua, come nel caso di Vezio, e quello evocativo in cui l’occhio contempla da infinita distanza la silenziosa riva che, lontana trasformatosi in orizzonte, sfuma in lontananza, come nel caso di Lecco.