Le due sculture lignee qui presentate, una di area tedesca e l’altra di area lombarda, risalgono al periodo tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, ed esemplificano bene l’emanciparsi già nell’arte tardogotica del volto e della figura dagli stilemi bizantino-medievali della fissità ieratica, che allude alla beatitudine contemplativa celeste, per acquistare una più piena espressione umana e mondana. Sebbene il volto della madonna nella statua di scuola tedesca abbia ancora quella frontalità tipica dell’arte medievale, il plastico realismo dei suoi tratti, la mossa l’ondulato andamento dei capelli, la magnifica e sensuale linea di innesto dell’alto collo sulle spalle, il ricco e mosso panneggio delle sue vesti, ne fanno una figura femminile pienamente mondana.Allo stesso modo il volto del vescovo-santo, forse un martire, nella piccola testa di scuola lombarda, non ha più nulla della stilizzata espressione idealizzante dell’arte medievale, ma vi si avverte, al contrario, un realismo che ne fa più un ritratto tendente alla rassomiglianza che un volto idealizzato.