Nel 1829, dopo l’apertura della strada dello Stelvio, l’artista svizzero Johann Iacob Meyer pubblica, in tedesco e francese, il suo Viaggio pittoresco sulla nuova strada dalla valle dell’Adige in Tirolo attraverso il Passo dello Stelvio e la Valtellina, lungo il lago di Como, fino a Milano, documento artistico di prim’ordine sulla riscoperta romantica delle Alpi nell’Europa del Grand Tour. Meyer organizza il suo Viaggio pittoresco come una grande partitura visiva in grado di far risuonare , a contatto con la natura alpina, tutte le corde dell’anima romantica, dal sublime, all’orrido, all’elegiaco, grazie alla strada che coi suoi tourniquets, le sue gallerie scavate nella viva roccia e i suoi numerosi punti di sosta e di ristoro, consente di contemplare comodamente luoghi un tempo inaccessibili all’uomo, sfiorare la sommità del cielo, rabbrividire dinanzi alla maestosa potenza dei ghiacciai, entrare nelle viscere della montagna, sentire l’abissale vertigine della natura selvaggia, distendersi nella struggente visione di una valle alpina che si allunga all’infinito tra i monti. Delle 36 vedute del suo Viaggio pittoresco, Meyer ne elaborò tre versioni, un all’acquatinta in bianco e nero, l’altra in seppia e azzurro o solo parzialmente azzurrata la terza a colori, ottenuta acquerellando a mano l’acquatinta originaria. Le sei vedute qui riprodotte esemplificano bene i diversi effetti che artistici che le tre versioni dell’album producono all’occhio dell’osservatore.