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Mostra - La montagna e il paesaggio alpino nelle collezioni d’arte della Bps

Sala 4 - La montagna proteiforme

 

Una caratteristica fondamentale dell’arte del Novecento è la frammentazione e la moltiplicazione dei linguaggi artistici, evidente più che mai non appena si prende in considerazione la rappresentazione di uno stesso soggetto, come, ad esempio, la montagna e il paesaggio alpino. Nel 1961 la Bps, volendo arredare la propria sede appena restaurata con opere di qualità, commissionò la sua celebre collezione di paesaggi valtellinesi a più noti artisti italiani del tempo. Erano tutti artisti che nel dopoguerra avevano militato nel gruppo milanese di “Corrente”. Ma “Corrente” non esprimeva nel dopoguerra un comune indirizzo stilistico, quanto una diffusa aspirazione al rinnovamento del linguaggio artistico guardando ai coevi sviluppi dell’arte europea, dopo gli anni del fascismo in cui si era guardato soprattutto alle tradizioni autarchiche dell’arte italiana.  Ed è a contatto con l’arte del post-impressionismo europeo e internazionale che gli artisti avevano finito per maturare le più diverse tendenze e cifre stilistiche, di cui i paesaggi valtellinesi commissionati dalla Bps diventarono l’espressione.Del paesaggio valtellinese questi artisti non cercano più di darci una immagine realistica “dal vero”, come nell’Ottocento, ma cercano di carpirne l’essenza passandolo al setaccio della propria sensibilità per restituircelo nel loro personalissimo stile.Abbiamo riunito in questa sala sei dei diciotto dipinti che formano oggi la collezione, rimandando per chi volesse approfondirne la conoscenza, all’apposita mostra Il paesaggio valtellinese nell’arte del Novecento, presente nel sito.