Immagine La Galleria d'Arte
immagine del logo di popsoarte

MENÚ

Mostra - Storie dell’Antico e del Nuovo Testamento. La Bibbia nelle collezioni d’arte della Bps

 

Storie dell’Antico e del Nuovo Testamento. La Bibbia nelle collezioni d’arte della Bps

“Il Vecchio e il Nuovo Testamento sono il Grande Codice dell’arte”, diceva William Blake, intendendo che essi hanno fornito alla cultura occidentale non solo un’inesauribile miniera di immagini, ma sono stati anche la matrice, tuttora attiva, di tutte le metafore sulla vita, la morte, l’amore, la guerra, la caduta, il riscatto, che hanno nutrito l’immaginario collettivo della cultura occidentale. Non c’è, infatti, episodio del Vecchio o del Nuovo Testamento che non incarni, nel bene e nel male, una situazione di vita, un sentimento, un prototipo universale di comportamento umano in cui ognuno di noi può riconoscersi e assumere a base del proprio rapporto col divino e con gli altri.  E in questo senso la Bibbia non è solo, letteralmente, il libro che racchiude tutti i libri, il libro dei libri (Biblìa), ma è libro stessa della vita di cui si è nutrita e si nutre la spiritualità occidentale.Per secoli l’arte dell’Occidente ha continuato a rappresentare gli episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento al punto che un’ideale Bibbia illustrata comprenderebbe pressoché tutta l’arte occidentale.Ne è un esempio la stessa collezione artistica della Bps, dove il nucleo tematico del racconto biblico è uno dei più consistenti.In questa mostra virtuale abbiamo selezionato nella collezione Bps 18 opere dal Seicento ad oggi, dividendole in cinque sale: due dedicate al Vecchio Testamento con episodi tratti dal Libro della Genesi e dal Libro dell’Esodo, e tre al Nuovo Testamento, con episodi tratti dai Vangeli (Annunciazione, Visitazione, nascita e miracoli di Cristo, passione e Crocifissione) e dalle Lettere degli Apostoli.Nella rappresentazione degli episodi biblici mentre il contenuto rimane uguale nel corso dei secoli, la forma della loro rappresentazione varia notevolmente.  Ogni epoca, cioè, rappresentando l’episodio secondo il proprio stile, mette in qualche modo sé stessa nella sua narrazione, lo reinterpreta in base alla propria sensibilità, lo rende, per così dire, contemporaneo. Spia di questa assimilazione sono le fogge degli abiti, che rendono i protagonisti uomini del proprio tempo, la scelta dei particolari da rappresentare, ma soprattutto lo stile in cui si condensa il significato etico-religioso stesso che ogni epoca trae dall’episodio La maggior parte delle opere risalgono al Sei-Settecento, vale a dire a una cultura di tipo barocco. È quindi la teatralità della rappresentazione ciò che maggiormente risalta. Ma questa teatralità ha, a sua volta, un significato diverso a secondo dell’artista e del mondo spirituale in cui è immerso. E così mentre la teatralità di un Pieter De Jode II (La Visitazione) o di un Rembrandt a (La deposizione) è profondamente intrisa di un profondo senso religioso, quella tardo secentesca di un von Plattenberg nei due dipinti qui presentati, Cristo e gli apostoli durante la tempesta e Cristo salva Pietro dalle acque, è già quasi fuori da una dimensione propriamente religiosa.  Nei due dipinti, infatti, l’episodio miracoloso della salvezza di Pietro e degli apostoli dalla furia delle acque, nella sua ridottissima scala, passa quasi in secondo piano rispetto alla grandiosa spettacolarità barocca del paesaggio marino in tempesta, che occupa pressoché tutta la scena diventando il vero soggetto della rappresentazione destinata a suscitare lo stupore dell’osservatore di fronte alla forza scatenata, più che a ravvivare la fede di fronte al miracolo di Cristo. Ma, sul piano dello stile, lo stacco più forte nella rappresentazione biblica è quello che avviene nell’arte del Novecento, concentrata soprattutto sul Nuovo testamento e sulla rappresentazione della passione, in particolare. Il racconto della passione si condensa spesso nel Novecento sul suo simbolo, la Croce. Un esempio altissimo è quello dato dal grande scultore comasco Francesco Somaini nel magnifico Crocefisso realizzato per la sala “Fabio Besta” della Banca Popolare di Sondrio, una lamiera tagliata a croce che, ripiegandosi e contorcendosi, si fa essa stessa, nell’assenza di ogni rappresentazione, racconto della passione e idea della sofferenza che riscatta e redime.