I dipinti di questa sala scandiscono alcuni momenti della vita di Gesù narrati nei Vangeli: l’Annunciazione (Luca 1, 26-38), nella versione alquanto popolaresca di un pittore locale forse dell’alta Valtellina, la Visitazione (Luca 1, 38-45) in una bella e rara incisione secentesca del fiammingo Pieter de Jode II, i due miracoli di Cristo che salva Pietro e gli apostoli durante la tempesta (Matteo, 14, 24-34), narrati dall’olandese del seicento Mathieu van Plattenberg, e una rappresentazione della Madonna col Bambino, san Giuseppe e un angelo riuniti in un’unica immagine in cui, all’inizio del Seicento Giulio Cesare Procaccini, forse il maggiore esponente della dinastia artistica bolognese dei Procaccini, ha voluto raffigurare forse l’episodio narrato da Matteo 1, 18-21, della gravidanza di Maria ad opera dello Spirito santo, del suo ripudio da parte di Giuseppe suo promesso soso e dell’angelo che lo invita a riprenderla con sé perché investita di una missione divina, forse, più probabilmente, quello, narrato sempre da Matteo 2, 13-15della nascita e della fuga in Egitto protetti dall’angelo.Al di là della evidente diversità di qualità artistica delle opere, sono, ancora una volta, i modi della rappresentazione quelli su cui vogliamo qui richiamare l’attenzione. Nel dipinto tardo cinquecentesco di Giulio Cesare Procaccini è la caratura religiosa della raffigurazione che balza in primo piano, esaltata dall’assenza di ogni forma di narrazione, sottesa alla rappresentazione delle quattro figure sacre, mentre nell’incisione di Pieter de Jode II è proprio la minuta aneddotica narrativa, con le possenti architetture settecentesche e le movenze teatrali dei protagonisti a scolorire la valenza religiosa dell’episodio evangelico.Ma dove questa valenza si perde quasi del tutto è proprio, come detto nell’introduzione, nei due dipinti di Matthieu van Plattenberg, dove il miracolo evangelico del salvataggio di Pietro e degli apostoli dalla furia delle acque è mero pretesto per una grandiosa rappresentazione paesistica in cui la potenza della natura sovrasta i protagonisti e minimizza il miracolo.