Le due storiche banche popolari della provincia, la Banca Popolare di Sondrio (1871) e il Credito Valtellinese (in origine, nel 1908, Banca Piccolo Credito Valtellinese) hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia della Valtellina contemporanea, ben al di là della sfera economica e finanziaria. La loro struttura cooperativa, oggi forzatamente superata per legge, ha infatti forgiato la stessa mentalità provinciale e ha inciso profondamente anche nella cultura locale. Questa tradizione sopravvive ancora oggi nella Banca Popolare di Sondrio, l’unica sopravvissuta delle due storiche banche valtellinesi, cresciuta fino a costituire oggi uno dei più solidi e importanti gruppi bancari italiani. A differenza dei grandi istituti bancari nazionali, tuttavia, la Bps non possiede una galleria ritrattistica dei suoi presidenti, perché la sua stessa storica struttura cooperativa e la sua filosofia popolare ne ha inibito ogni intento autocelebrativo e ogni esaltazione delle singole personalità individuali.All’indomani delle celebrazione nel 1971 del primo centenario di vita della Banca, però, con il contemporaneo arricchirsi della collezione artistica dell’istituto, si manifesta anche l’esigenza di avere nella propria collezione artistica traccia delle proprie origini e di qualche momento particolarmente significativo della propria storia. Nascono da questa esigenza i ritratti, affidati all’artista sondriese Jole Merizzi Turchetti, di Carlo Bressan, fondatore e primo presidente dell’Istituto, e di Luigi Guicciardi, la cui breve presidenza della Banca nel 1915-1916 si intreccia con la commovente storia umana del personaggio. Prefetto in pensione, aveva accettato con grande riluttanza la presidenza nel clima bellico che si profilava e, dopo l’entrata in guerra dell’Italia nel maggio del 1916, si era arruolato come volontario, partendo per il fronte dove cadde eroicamente quello stesso anno in una delle prime battaglie. A promuovere la collezione artistica della banca e la committenza dei ritratti dei due suoi presidenti era stato Annibale Caccia Dominioni, presidente dell’Istituto dal 1957 al 1994. Due anni prima, nel 1992, l’artista milanese Simone Gentile ne aveva dipinto il ritratto che lo stesso Caccia Dominioni lascerà in dono alla banca, al termine del proprio mandato.Anche il bel Ritratto di Piero Melazzini di Tullio Pericoli, uno dei più grandi ritrattisti italiani contemporanei, non nasce per entrare a far parte della galleria artistica della banca, ma è il dono del Consiglio di amministrazione dell’Istituto al suo storico presidente al momento in cui rassegnava le sue dimissioni dalla carica, poco tempo prima della sua morte. Anche questo ritratto, però, torna nella collezione della Banca per volontà della famiglia Melazzini.Nei quattro ritratti qui presentati, insomma, si riassumono non solo le origini della Bps, ma anche un capitolo della storia della sua stessa collezione artistica.