È singolare la forza antropomorfa che l’albero esprime nelle cinque tele di questa sala.L’albero di Mascioni, coi suoi grandi rami distesi, ha movenze danzanti di sapore orientale. Il tronco nudo e asciutto di Giancarlo Vitali, modellato dal tempo, sembra offrire spavaldamente al vento e al cielo autunnale tutta la propria rugosa nodosità. I carnosi girasoli di Vaninetti si contorcono e si piegano, fra bagliori di giallo, in reciproci inchini e spasimi di morte. Le due elegantissime betulle di Alessandra Romeri, infine, avvinghiano in alto, come amanti, i propri rami e confondono le loro foglie.Ennio Morlotti, infine, scava col pennello nelle verdi piante di granoturco fino a portarne alla luce il rosso palpito di angoscia che nascondono, visione tutta interiore della pianta al culmine delle sue trasformazioni antropomorfe.