La terza parte delle Prospettive del Visentini è dedicata non più al Canal Grande e ai palazzi, ma alle piazze e alle chiese che ad esse danno il nome. Per indicare la piazza, Visentini usa nelle didascalie in latino delle sue acqueforti due diversi termini, Platea e Area. Col primo indica una normale piazza ben circoscritta anche se articolata in più parti, mentre con il termine Area indica uno spazio pubblico più vasto e aperto. A entrambi i termini latini corrisponde il termine veneziano “campo”, derivato dal fatto che questi spazi erano in origine privi di pavimentazione e simili appunto a un campo o a un “campiello” come sono denominati in veneziano i campi più piccoli. Il termine “piazza” è riservato a Venezia solo alla piazza per eccellenza, piazza S. Marco (Area Sancti Marci), cui Visentini dedica le due vedute di chiusura dell’album mostrandocene le diverse prospettive verso occidente e verso la basilica a oriente, entrambe inquadrate dalle due Procuratie laterali e che nell’insieme, dopo il completamento della pavimentazione nel 1722, ci offrono lo spettacolo architettonico di una delle più belle piazze del mondo.