Alla realtà quotidiana che lo circonda, Giancarlo Vitali guarda col filtro dei grandi maestri dell’arte italiana ed europea – El Greco, Leonardo, Tiziano, Picasso, Velazquez, Goya, Bruegel, Ensor, Ceruti (Il Pitocchetto), Rembrandt, Caravaggio, Van Gogh - che hanno forgiato la sua anima e i suoi occhi d’artista e che sono parte inscindibile del suo sguardo sulla vita.
In questo senso le 15 incisioni della cartella Il “mio” museo quotidiano, come i suoi numerosi D’Après , rappresentano le fonti più autentiche della sua opera e rivelano ciò che più lo interessa in questi maestri, vale a dire le opere di soggetto più naturalistico e quotidiano: l’infanzia, gli umili, i contadini, le nature morte animali.
Vitali rielabora la lezione dei grandi maestri ora ritagliando il particolare di un’opera, come nei tre volti dai Borrachos di Velazquez, o nel Portarolo del Pitocchetto, ora componendo e intrecciando le citazioni dai grandi capolavori del passato alle immagini della propria biografia familiare, come in Teatrino o A Picasso, dove immagini e celebri figure infantili di Velazquez, Manet e Picasso, giustapposte a quelle dei suoi figli, rivivono, in un colto e autoironico divertissement, entro il cerchio della propria esistenza quotidiana, a denotare l’indissolubile intreccio tra arte e vita che connota il realismo espressionistico dell’artista di Bellano.