(Milano 1698 - Milano 1797)
Si deve a Roberto Longhi, nel 1927, la rivalutazione critica del Ceruti come uno dei grandi protagonisti del naturalismo europeo del Settecento, rappresentante di quei “pittori della realtà” che, a partire dal ‘500 e dal Caravaggio, caratterizzano la cultura figurativa lombarda, come ribadito dallo stesso Longhi e da Giovanni Testori nell’importante mostra del ’53 su “I pittori della realtà in Lombardia”. Oggi, la fondamentale monografia di Mina Gregori (Giacomo Ceruti, Cinisello Balsamo, 1982) e gli studi da essa stimolati, che hanno trovato un prima importante sistemazione nella mostra di Brescia del 1987, ci consentono di precisare meglio il profilo biografico e l’evoluzione stilistica di questo artista.
Nato a Milano il 31 ottobre del 1698, il Ceruti si trasferì, probabilmente, intorno al 1720 a Brescia, dove la sua famiglia aveva cominciato a risiedere stabilmente già dal 1711. Qui cominciò a lavorare per le famiglie più in vista della città (gli Avogadro, i Lechi, i Barbisoni), realizzando ritratti e scene di genere di tema pauperistico che gli valsero l’epiteto di “Pitocchetto” con cui è passato nella storia dell’arte e che testimoniano della sua umanissima partecipazione al mondo popolare osservato con dimesso cromatismo e disincantato naturalismo, l’uno e l’altro estranei a quella vena satirica e caricaturale che in questo stesso genere si riscontra nella contemporanea pittura del Cifrondi e del Cipper Todeschini, destinata a un pubblico meno colto.
Nel 1736 Ceruti si trasferisce prima a Venezia, dove realizza per il Maresciallo Matthias von Schulenburg nature morte, ritratti e scene di genere, e quindi a Padova dove esegue alcune pale d’altare che, per la loro qualità artistica, si distinguono nettamente dalla precedente produzione sacra del pittore milanese, fino a quel momento alquanto mediocre. Il lungo soggiorno veneto, infatti, coincide con una generale maturazione della sua personalità artistica verso un più sciolto e vivace cromatismo e una più sofisticata elaborazione formale dei soggetti che, senza perdere il fondamentale orientamento naturalistico, si nutre tuttavia delle suggestioni del Pittoni, del Tiepolo e di Sebastiano Ricci, avvicinandosi al clima artistico del barocchetto internazionale.
Dopo un breve ritorno a Milano, nel 1743 il Ceruti si trasferisce a Piacenza dove continua la sua produzione di arte sacra (pala per la chiesa di Sant’Alessandro), ritratti e scene di genere, realizzando contemporaneamente a Palazzo Busseti a Tortona un ciclo di tele con scene di vita quotidiana, di cui Sera sulla piazza, oggi al Museo Civico di Torino, rimane l’esempio migliore.
Negli ultimi anni vita la produzione artistica del Ceruti, nel clima culturale dell’Arcadia preilluminista, vira verso temi pastorali, mentre il suo stile, anche nella ritrattistica, tende a farsi ancora più prezioso e sofisticato - come nel Ritratto di gentiluomo con una lettera oggi ai Musei civici di Brescia e nel Ritratto di Attilio Lampugnani Visconti nella Ca’ Granda di Milano - in rapporto, del resto, agli stessi soggetti che non sono più i poveri, ma i signori.
Gianni Delogu, Appunti su Jacopo Ceruti pittore bresciano detto il Pitocchetto, in “Arte”, XXXIV, 1931; Giovanni Testori, I pittori della realtà in Lombardia, catalogo della mostra, Milano, Amilcare Pizzi, 1953; Giovanni Testori, Giacomo Ceruti. Mostra di trentadue opere inedite, catalogo Finarte, Milano, 1966; Vittorio Caprara, Ceruti Giacomo Antonio, detto il Pitocchetto, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 24, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1980; Mina Gregori, Giacomo Ceruti, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi, 1982; AA.VV., Giacomo Ceruti. Il Pitocchetto, catalogo della mostra (Brescia), Milano, Mazzotta, 1987; Alessandro Morandotti, Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, in AA.VV., La natura morta in Italia, I, Milano, Electa, 1989; Giovanni Previstali, Ceruti Giacomo, in Dizionario della pittura e dei pittori, I, Milano, Einaudi, 1989; Francesco Frangi, Ceruti Giacomo, in La pittura in Italia. Il Settecento, II, Milano, Electa, 1990; Francesco Frangi, Giacomo Ceruti, in Settecento Lombardo, catalogo della mostra, Milano, Electa, 1991; Chiara Tellini Perina, Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto in Mina Gregori (a cura di), Pittura a Bergamo dal Romanico al Neoclassicismo, Milano, Cariplo, 1991; Daniela Tarabra, Ceruti Giacomo in Dizionario dei pittori, Milano, Electa, 2002.