Immagine La Galleria d'Arte
immagine del logo di popsoarte

MENÚ

Stampa
 

Gallo Gallina

(Cremona 1796 - Milano 1874)

Biografia

Gallo Gallina nacque a Cremona il 15 ottobre 1796. Dopo aver studiato disegno con Giovanni Beltrami, si trasferì all’Accademia di Brera di Milano, dove fu allievo di P. Palagi. Qui nel 1817 vince la medaglia d’oro dei “grandi concorsi” col dipinto  Venere in forma di cacciatrice comparsa a Enea sui lidi della Libia  (oggi alla Pinacoteca di Brera). Alle esposizioni annuali di Brera parteciperà,  in seguito, con una certa assiduità, anche se con periodici intervalli, fino al 1856, presentandovi nel complesso una quarantina di dipinti, fra oli, acquerelli e bozzetti preparatori per i suoi affreschi con l’antica tecnica dell’encausto.

Seguace del suo conterraneo G. Diotti, Gallina manifesta presto un profondo interesse per Rubens e la pittura storica del Cinquecento e del Seicento,  che egli rilegge attraverso la letteratura romanzesca del suo tempo.

All’attività di pittore, Gallo Gallina unì, a partire dal 1818, quella di disegnatore e incisore realizzando più di 150 tavole all’acquatinta per l’enciclopedia  storica ed etnografica Il costume antico e moderno di tutti i popoli, pubblicata tra il 1815 e il 1829 dall’editore milanese G. Ferrario, che ne fu anche il curatore.  E’ dalle minuziose ricerche per questo lavoro che nascono in parte anche le trenta litografie di figurini teatrali che Gallo Gallina eseguì fra il 1827 e il 1834 per l’editore Ricordi che le pubblicò nel suo repertorio di costumi per allestimenti teatrali, Nuova raccolta  di figurini teatrali, giusta il costume di tutti i tempi e di tutte le nazioni.

Ma in questo campo, il suo capolavoro sono le 12 litografie sui Promessi Sposi - cui inizia a lavorare con accurati disegni preparatori nel 1827, subito dopo l’uscita della prima edizione del romanzo - pubblicate  fra il 1828 e il 1830 dall’editore Ricordi, subito dopo l’uscita del romanzo di Alessandro Manzoni nel 1827 presso l’editore Ferrario.

Le 12 litografie manzoniane di Gallo Gallina uscivano in concorrenza con quelle coeve di Roberto Focosi, stampate a Milano nel 1829 da Giuseppe Vassalli. Come queste, anche quelle di Gallo Gallina, stampate anche in versione a colori e presentate in esemplari acquerellati all’Esposizione di Brera del 1830, non erano destinate all’illustrazione di un’edizione del romanzo, ma alle case dei collezionisti privati. Il largo successo di pubblico e di critica delle litografie di Gallo Gallina  fu favorito dall’ eccezionale popolarità del romanzo del Manzoni, andato esaurito nel giro di qualche mese, rispetto al quale le litografie dell'artista cremonese, anche per l’accurata ricostruzione storica dei costumi, costituiscono la più fedele trasposizione illustrativa prima dell’edizione definitiva del romanzo nel 1840 (la cosiddetta “quarantana”), illustrata, per volontà di Manzoni, da Francesco Gonin. Dalle litografie del Gallina, Francesco Corsi avrebbe in seguito derivato le acquetinte pubblicate nel 1832-33 dall’editore fiorentino Vincenzo Batelli.

L’immediata fortuna di questa serie litografica convinse Gallo Gallina a richiedere nel 1829 la patente per un proprio stabilimento litografico, che aprì solo nel 1833.

Tornato a dedicarsi alla pittura, espone a Brera quadri di soggetto storico e letterario  (di cui non si conosce oggi l’esatta ubicazione), lavora nel 1835-36 alla decorazione di alcune pareti del palazzo milanese della contessa Giulia Samailov e dipinge sulle pareti e le volte del palazzo del marchese Sigismondo Ala Ponzone a Cremona, gli affreschi ad encausto con scene mitologiche e figure allegoriche.

Intanto nel 1838  aveva sposato la giovane ventunenne milanese Giovanna Balestrini con cui nel 1840 si trasferisce a Cremona dove esegue, tra l’altro gli affreschi di soggetto mitologico e allegorico in palazzo Barbò, quelli della cupola della  chiesa di S. Agata, la pala con S. Filippo Neri  per la chiesa di S. Abbondio e diverse altre opere oggi conservate al Museo civico e nel palazzo vescovile della città. Nel 1858 torna a Milano dove dieci anni dopo, nel 1868, diventa conservatore  del Museo archeologico istituito nel 1862 nel Brera, carica che conserverà fino alla morte avvenuta a Milano il  14 dicembre 1874.      

Bibliografia

C. Sartori, 1808-1958, Casa Ricordi. Profilo storico. Itinerario grafico editoriale, Milano, 1958; Fernando Mazzocca, Quale Manzoni? Vicende figurative dei promessi sposi, Milano, Il Saggiatore, 1985; Luigi Ferrazzi, La pittura neoclassica  di Gallo Gallina artista cremonese del XIX secolo, Cremona, 1997; Donatella Falchetti Pezzoli, Gallina Gallo in  Dizionario biografico degli italiani, vol. 51, ad vocem, Roma, Istituto dell’Enciclopedia italiana, 1998.

Opere in catalogo