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Lydia Silvestri

(Chiuro 1929 - Rozzano 2018)

Artista valtellinese

Biografia

Lydia Silvestri è nata a Chiuro (Sondrio) l’8 maggio 1929.
Dopo il liceo artistico, ha frequentato a Milano l’Accademia di Brera dove è stata allieva di Marino Marini e dove è entrata subito in contatto con gli ambienti, allora in pieno fervore creativo, dell’avanguardia artistica milanese e del mitico Bar Jamaica, punto di ritrovo di artisti come Morlotti, Birolli, Chighine, Enrico Baj, Dova, Cascella, Carmassi, per non citare che i maggiori.

Ha insegnato quindi per anni scultura all’estero, in Inghilterra alla Bath Academy of Art nel 1953–54 chiamata dal suo direttore Clifford Ellis, a New York nel 1960, a Hong Kong nel 1961 e ancora alla Bath Academy of Art nell’anno accademico 1963-’64.

Sono gli anni in cui la sua attività artistica si alimenta di incontri stimolanti con artisti del calibro di Henry Moore, che ne segnerà profondamente lo stile, e di Robert Rauschenberg conosciuto nel 1960 a New York, dove Lydia Silvestri entra in contatto con l’intellettualità ebraica e il mondo del teatro americano.

Nel 1985 ha cominciato a insegnare disegno del nudo all’Accademia di Brera, dove dal 1989 ha tenuto temporaneamente anche la cattedra di scultura.

All’insegnamento ha affiancato negli stessi anni un’intensa attività espositiva in Italia e all’estero,  partecipando alle principali rassegne internazionali: la XXVIII Biennale Internazionale d'Arte di Venezia nel 1956 (unica scultrice italiana presente), la Quadriennale di Roma del 1956, The Arts of Council of Great Britain a Londra nel 1966, La Biennale di Scultura ad Alessandria nel 1967, La Biennale di Scultura a Carrara nel 1969, la Biennale di Scultura a Campione d'Italia nel 1975 e 1977, la Biennale di Scultura alla Villa Reale di Monza nel 1980, a XXIX Biennale d'Arte al Palazzo della Permanente di Milano nel 1984, la XVII Triennale di Milano nel 1985.

Ma all’attività espositiva la Silvestri ha sempre preferito la realizzazione di opere destinate all’arredo artistico di spazi pubblici, secondo un’idea della scultura come arte civile in stretto rapporto con l’architettura, la natura (il giardino) e lo spazio urbano. Il che l’ha portata, in più occasioni, a misurarsi con le tecniche più diverse, come il mosaico e la vetrata, e con la stessa forma architettonica, come nel caso degli altari realizzate per diverse chiese.

È in questa direzione che si è perciò orientata la sua produzione scultorea già a partire dagli anni Sessanta fino alle grandi realizzazioni anni Ottanta e Novanta, quando le sue rassegne tendono a diventare installazioni permanenti, percorsi scultorei narrativi dove le forme accendono il sogno e la fantasia.

Nascono da qui le tre grandi tappe del suo percorso artistico fra il 1989 e il 2006.

A Milano, da maggio a settembre del 1989, Lydia Silvestri, su invito del Comune, allestisce all’aperto lungo il Corso Vittorio Emanuele, un suo "Percorso della Scultura", 140 opere fra elementi strutturali e sculture sul tema mitologico del Labirinto, "Arianna e il Minotauro", che oggi arredano i Giardini di Villa Palestro.
Sempre a Milano un’altra grande personale espositiva all’aperto, “Il Giardino delle Ambiguità”, è  allestita dal Credito Valtellinese per un anno, dal settembre 1998 al settembre 1999, negli Orti di Leonardo e negli androni della Galleria "Le Stelline".

L’ultima sua grande esposizione è stata l’antologica del 2006, “Lydia Silvestri Sculture”, nell'ex Cotonificio Cantoni a Bellano, sul lago di Como.

Sue opere di grandi dimensioni, spesso frutto di collaborazioni con noti architetti, figurano in numerosi edifici pubblici e privati in Inghilterra, Giappone (bassorilievi in ceramica per la hall dello Hokura Hotel), Stati Uniti, Hong Kong (parete-fontana dell’Hotel Hilton), Giacarta, Sumatra, Singapore (vetrata in rilievo della hall dello Hyatt Hotel), Kartoum, Damasco (scultura in rilievo sulla facciata dello Sheraton Hotel), Jedda (mosaico in smalto e oro per la hall del Red Sea Palace Hotel), Buenos Aires (sculture del Parco pubblico), Lagos (facciata del Parlamento nigeriano), Milano (grande mosaico in marmo del Battistero della chiesa dell’Immacolata e s. Antonio).

Anche in Valtellina, sua terra natale, dove Lydia Silvestri insieme a Mario Negri forma nel secondo Novecento un’eccezionale coppia artistica di scultori internazionalmente noti, sono presenti molte  sue realizzazioni, fra cui segnaliamo a Sondrio, l’altare e il pavimento in mosaico della cappella  della “Casa di Riposo” (1959), la  grande Madonna in bronzo, l’altare  e il pavimento in mosaico  dell’abside della chiesa del Rosario (1964), l’altare, il Crocefisso e gli arredi della Cappella dell’Ospedale civile (1965),  a Livigno lo scenografico Monumento ai Caduti (1968), a Morbegno i mosaici in marmo per la facciata del Credito Valtellinese (1956)

La scultura di Lydia Silvestri si caratterizza per la carica carnale, mistico-religiosa ed erotico-sensuale della forma che si sviluppa con levigata e primitiva armonia in morbide e plastiche tensioni sempre allusive, dialoganti e ricche di contenuto narrativo.

Lydia Silvestri è morta a Rozzano (MI), dov’era ricoverata alla clinica Humanitas, il 21 l gennaio 2018

Bibliografia

Guido Ballo, Lydia Silvestri, presentazione al catalogo Galleria Pater, Milano, giugno 1959 

Lydia Silvestri. Arianna e il Minotauro, Percorso della scultura, a cura di Elio Cantarella,  cat. della mostra Milano, Corso Vittorio Emanuele, maggio-settembre 1989:

Roberto Sanesi, presentazione al catalogo Lydia Silvestri.. Dieci sculture e dieci tecniche miste, Milano, Levi Arte Moderna, novembre 1974;

Marco Valsecchi, presentazione al catalogo Lydia Silvestri. Ex voto, Milano, Galleria Vismara, novembre 1965;

Miklos N. Varga, presentazione al catalogo Lydia Silvestri. Storia di Salomé, Milano, Galleria Vismara, Maggio 1976;

Elda Fezzi, presentazione al catalogo Lydia Silvestri, Milano, Galleria d’arte di Ada Zunino, novembre 1983;

Alena Mikulik, Lydia Silvestri, Tesi di laurea Accademia di Belle Arti Brera Milano, a. a. 1985-1986, Milano Moneta, s.i.d., ma 1986;

Lydia Silvestri. Immagini di scultura, a cura di Lisa Belotti, catalogo della mostra, Milano 1986;

Lydia Silvestri. Il Giardino delle ambiguità, esposizione di opere al chiostro e giardino delle Stelline, e mostra di disegni alla Galleria Hoepli, testo critico di Luciano Caprile, Milano, Galleria Gruppo Credito Valtellinese, 1998

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