(Napoli 1832 - Milano 1906)
Nato a Napoli il 15 settembre 1832, Achille Befani - questo il suo nome - fu in gioventù cantante lirico, prima di dedicarsi alla pittura con lo pseudonimo di Formis, già adottato come cantante. Dopo aver studiato all’Accademia di Napoli, si trasferì non ancora trentenne a Milano, allora capitale del melodramma italiano, dove da tempo aveva avviato contatti con artisti come Eugenio Gignous, Eleuterio Pagliano e Giuseppe Bertini, del cui indirizzo naturalistico egli divenne pienamente partecipe nel ritratto, nelle scene di genere e nella pittura di paesaggio in cui si concentra quasi tutta la sua produzione artistica.
Nel 1865 espone alla mostra annuale di Brera un dipinto, Fonte sul monte Olimpino presso Como, che ne mostra tutta la spontaneità espressiva insieme a una piena maturità compositiva.
Sulla voga del gusto orientalista dell’epoca, alla fine degli anni Sessanta del XIX secolo, Formis intraprende diversi viaggi in Egitto e in Asia minore ricavandone numerose vedute (Villaggio arabo, Costantinopoli, Paesaggio egiziano, Cimitero turco, ecc.) esposte con successo nel 1870 a Parma e per le quali ancor oggi è molto apprezzato sul mercato. In quegli stessi anni, la sua partecipazione alle mostre annuali dell’Accademia di Brera - di cui nel 1877 diventa socio onorario - ma anche alle Esposizioni nazionali di Torino e alle Biennali di Venezia, si fa intensa e regolare, raccogliendo parecchi consensi di critica. Alla Esposizione nazionale di Torino del 1880 - dove presenta, fra l’altro, Nella Valle e Ritorno al piano - il suo ammiratissimo Como viene acquistato dal re, mentre a Venezia nel 1887 espone Sullo Strona, ritenuto da molti il suo capolavoro. Accanto ai paesaggi lacustri lombardi (soprattutto di Canzo e dei dintorni) e a quelli di montagna, Formis fu apprezzato anche per le sue scene contadine di genere, per le sue marine e per i suoi paesaggi di Venezia e di Chioggia.
A partire dal 1880 la sua attività espositiva cominciò ad allargarsi anche sul piano internazionale con la partecipazione al Salon di Parigi di quell’anno e alle esposizioni di Berlino nel 1901 e di Monaco nel 1906.
Incurante ed estraneo alle contemporanee esperienze italiane del Divisionismo e agli sviluppi della pittura europea, Formis in tutta la sua produzione si mantenne sempre fedele ai dettami stilistici del naturalismo lombardo, interpretati con una vena finemente umbratile e malinconica, spesso ritenuta anche facile e accademica.
Morì a Milano il 28 ottobre 1906.
F. Filippi, Le Belle Arti a Torino. Lettere sulla IV Esposizione Nazionale, Milano, 1880; F. Fontana, Scalpelli e pennelli, Torino, 1880; Achille Formis, in “Emporium”, dicembre 1906; Enrico Somaré, Storia dei pittori italiani dell’800, Milano, 1928; Guido Nicodemi e Mario Bezzola, La Galleria d’arte moderna di Milano - I dipinti, Milano 1935; Ugo Galletti e Ettore Camesasca, Enciclopedia della pittura italiana, Milano, 1950; L. Mallé, I dipinti della Galleria d’Arte moderna, Torino, 1968; Enrico Piceni e Mario Monteverdi, Pittura Lombarda dell’800, Milano, Cariplo, 1969; Gian Luigi Marini, Formis Befani Achille, in Dizionario Bolaffi dei pittori, Milano, 1970.