(Venezia 1519 - Venezia 1594)
Figlio di un tintore di panni di seta, Jacopo Robusti, detto il Tintoretto, cioè il piccolo tintore, per la sua costituzione minuta, nasce a Venezia nel 1519. Irrequieto allievo, per un breve periodo, del Tiziano, che gli sarà sempre avverso, a vent’anni apre una propria bottega confrontandosi subito con la pittura del Pordenone, di Lorenzo Lotto e, soprattutto, dopo l’arrivo a Venezia di Francesco Salviati e del Vasari, con la cultura manierista e l’opera di Michelangiolo che egli conobbe e studiò attraverso i calchi e le stampe. Il suo geniale virtuosismo prospettico e la sua innata tendenza a caricare espressivamente le pose e i gesti dei suoi personaggi, risaltano fin dalle sue prime opere come negli Episodi delle Metamorfosi (Modena, Galleria estense), nel Cristo fra i dottori (Milano, Museo del Duomo), nella tela sulla Conversione di San Paolo (Washington, National Gallery) e nelle due tele del 1547 dipinte per la chiesa di san Marcuola, l’Ultima cena e la Lavanda dei piedi, quest’ultima oggi alla Wilton House di Salisbury.
Ma è con la grande tela del Miracolo di San Marco (Venezia, Accademia), dipinta per la Scuola Grande di San Marco e lodata da Pietro Aretino di cui il Tintoretto aveva affrescato la casa veneziana, che egli si impone all’attenzione dell’ambiente veneziano. L’espressionistica gestualità delle sue figure e la disinvolta freschezza inventiva della luce e dei colori combinata a un forte senso di spettacolarità teatrale, seduce la committenza della città lagunare. Tintoretto comincia così a lavorare per la Scuola di San Rocco (San Rocco che risana gli appestati) e per la Scuola della Trinità (San Giorgio e il Drago, Londra National Gallery), mentre nei soggetti mitologici e biblici, trattati con spirito profano, si avvicina ai modi del Veronese presente a Venezia negli anni ’50.
La teatrale e drammatica Probatica Piscina, dipinta nel 1559 per la chiesa di San Rocco, gli procura fra il 1562 e il 1566 la committenza delle due grandi tele sul Giudizio universale e sulla Caduta della manna per la chiesa della Madonna dell’Orto, e quella di tre grandi tele con gli Episodi della vita di San Marco per la Scuola di San Marco (Trafugamento del corpo di San Marco, San Marco salva un saraceno durante una tempesta e Ritrovamento del corpo di San Marco, i primi due all’Accademia di Venezia, il terzo a Milano a Brera).
Nel 1564, quando la Scuola di San Rocco indice il concorso per la decorazione della sale della propria sede, Tintoretto se lo aggiudica senza presentare il bozzetto richiesto, ma regalando l’ovale del soffitto con il San Rocco in gloria, che gli consente di vincere il concorso senza doversi misurare con gli altri artisti. Nasce così uno dei più straordinari e celebri cicli pittorici del tardo rinascimento italiano e di tutta la pittura veneziana con le Scene della Passione di Cristo (1567), le Storie bibliche, le Storie del Nuovo Testamento (1576), caratterizzati da un vibrante chiaroscuro e da una continua ed esuberante invenzione scenografica. Ad essi seguiranno, nel 1588, le Storie dell’infanzia di Cristo, di tono più lirico e contemplativo. Per tutto il corso degli anni Ottanta del XVI secolo, Tintoretto lavora, avvalendosi di una folta schiera di aiuti, alla decorazione delle sale di Palazzo Ducale, devastate dall’incendio del 1577. Ma gli affreschi, che spesso anche se firmati sono dovuti ai suoi collaboratori, non sono fra le sue imprese migliori. Gli ultimi importanti dipinti sono quelli eseguiti per la chiesa di san Giorgio Maggiore a Venezia, la Caduta della manna, la Deposizione e, soprattutto, l’Ultima cena che, per l’ardito impianto compositivo diagonale e l’intenso pathos chiaroscurale, sigla con la forza di un grande capolavoro tutta l’opera del maestro veneziano.
Jacopo Tintoretto, muore a Venezia il 31 maggio 1594 e viene sepolto nella chiesa conventuale di della Madonna dell’Orto.
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