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Mario Schifano

(Homs, Libia 1934 - Roma 1998)

Biografia

Mario Schifano è stata una presenza singolare nel panorama dell’arte italiana di fine Novecento per la sua opera dissacrante che ha scandagliato così radicalmente i linguaggi della modernità.

Nato a Homs in Libia il 20 settembre 1934, Schifano si trasferisce presto a Roma col padre, archeologo e restauratore, insieme a cui lavora prima di dedicarsi alla pittura. Esordisce nel 1959 a Roma, alla Galleria Appia Antica, con opere informali di densa matericità, una caratteristica che si mantiene intatta anche nel successivo ciclo dei Monocromi, con cui dà vita a superfici di colore uniforme che rappresentano il grado zero di ogni possibile evento. Il primo, importante riconoscimento internazionale arriva per lui nel 1962, quando le sue opere appaiono nella mostra The New Realists, alla Sidney Janis Gallery di New York, accanto a quelle dei maggiori esponenti della Pop Art americana, con cui Schifano era già entrato in contatto. E sempre all’influenza della Pop Art americana va ricondotto il suo interesse in quegli anni per la rielaborazione dissacrante dei più noti marchi pubblicitari come quello della Coca cola o della Esso e, in seguito, per la rivisitazione di alcuni momenti della storia dell’arte come il Futurismo, cui dedica un intero ciclo di tele a partire dal 1965, l’anno in cui realizza anche Io sono infantile, un’opera legata ancora al tema della forza usurante della memoria e alla rivisitazione ironica del proprio stesso passato.

In tutti questi casi Schifano, ritagliando e ingigantendo un particolare - come nel caso dei marchi pubblicitari - o sfuocando, svuotando e rimontando le immagini del passato - come nel caso dei futuristi e della propria memoria -, ottiene un effetto di straniamento dell’immagine banalizzata dalla quotidianità, ulteriormente degradata dalla sua stessa pratica artistica per negarne e annullarne ogni valore culturale, come intendevano fare, a loro tempo, i futuristi, non a caso più volte richiamati nella sua opera. La sua opera si impone così all’attenzione della critica e dei maggiori letterati italiani come Moravia o Goffredo Parise, mentre Schifano rivolge la propria attenzione al cinema e alla televisione, attirato dall’inarrestabile flusso di immagini che caratterizza la società tecnologica. Nel 1967 realizza il lungometraggio Anna Carini vista in agosto dalle farfalle, cui faranno seguito Satellite, Umano non Umano, Trapianto, Consumazione e morte di Franco Brocani e quindi Ossigeno Ossigeno e Compagni Compagni.

E’ un’esperienza, quella cinematografica, che trasforma in profondità la sua pittura dove, intorno al 1970, appaiono nei modi dissacranti che gli sono congeniali, immagini televisive isolate e fissate sulla tela sfruttando il collage, il fotomontaggio e la fotoimpressione. Nel 1974 l’Università di Parma realizza la sua prima grande antologica che ne ricostruisce il percorso artistico e, a partire dal 1980, nascono i cicli Cosmesi, Architettura, Biplano, Orto Botanico e le tele di soggetto naturalistico raccolte in una mostra itinerante sotto il titolo di Inventario con anima e senz’anima.

L’ultimo ciclo pittorico degli anni ’90 è Reperti, sul tema degli animali preistorici, mentre nel 1996 Schifano torna ancora a lavorare sull’immagine televisiva, intesa come linguaggio fondamentale del nostro tempo, rielaborata al computer per annullarne e neutralizzarne culturalmente il nucleo di banalità conformistica. L’opera di Schifano resta così fino all’ultimo quella di un artista della negatività assoluta di ogni valore estetico e culturale. Ma questa negatività assoluta - di cui può essere assunta a simbolo la sua famosa tela del 1960 su cui campeggia un grande No - è sempre venata di ambiguità. Schifano, infatti, riconosce nella fotografia e nella televisione la fonte del moderno conformismo culturale, ma ne è, allo stesso tempo, affascinato. E’ noto, ad esempio, che nel suo atelier egli lavorava con decine di televisori accesi, macchine fotografiche e computer. Il conformismo della quotidianità televisiva, insomma, può essere ucciso solo da una negatività assoluta che usa i suoi stessi mezzi e il suo stesso linguaggio. Lo stesso atteggiamento che Schifano aveva nei confronti del danaro, di cui era avido, ma che disprezzava e negava sperperandolo e finanziando negli anni Settanta, per sua stessa ammissione, i gruppi della sinistra extraparlamentare. Arrestato più volte per droga, è morto il 26 gennaio 1998 in un ospedale di Roma. L’ultima sua impresa era stata la scenografia per il carnevale romano del 1997.

Bibliografia

Maurizio Calvesi - Cesare Vivaldi, Mario Schifano, catalogo della mostra, Roma, 1963; Renato Barilli - Carlo Boatto - Gillo Dorfles, Mario Schifano, catalogo della mostra, Roma, 1965; Schifano Mario, in Dizionario enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani, Torino, Bolaffi, 1975; Leonardo Capano, Schifano Mario, in La pittura in Italia. Il Novecento/2. Tomo II, Milano, Electa, 1993; Alessandra Restaino, Schifano Mario, in Dizionario della pittura e dei pittori, V, Torino Einaudi, 1994; Enrico Crispolti, Schifano Mario, in La pittura in Italia. Il Novecento/3. Le ultime ricerche, Milano, Electa, 1994; L’invenzione del paesaggio. Pittura italiana da Morandi a Schifano, catalogo della mostra, Milano, Mazzotta, 1995; Schifano. Musa Ausiliaria, con testi di Achille Bonito Oliva e F. Magalhes, Milano, 1996; Alessandro Riva, Mario Schifano/Pagine, catalogo della mostra, Milano Appiani Arte Trentadue, 1996; Mario Schifano, Opere dal 1959 al 1996, Milano, Skira, 1996; Mario Schifano, Io sono infantile, Milano, Skira, 1999; Giorgio Di Genova, Storia dell’arte italiana del Novecento, V, Generazione Anni Trenta, Bologna, Bora, 2000; Mario Schifano. Antologica dell’opera, catalogo della mostra, Parma, Galleria Il Sipario, 2003; Elio Mercuri, Il caso Schifano, Silvia Editore, 2003; Mario Schifano tutto, Milano, Mondadori, 2003; Achille Bonito Oliva (a cura di), Mario Schifano (1934–1998), catalogo della Mostra alla Gnam di Roma e alle Gallerie della Fondazione Stelline di Milano, Electa Mondadori, 2008; Roberto Borghi (a cura di), La natura nell’opera di Mario Schifano, catalogo della mostra di Erba, Milano, Mazzotta, 2010; L. Massimo Barbero, Francesca Pola, Archivio Mario Schifano (a cura di), Laboratorio Schifano, catalogo della mostra, Macro di Roma, Milano, Electa, 2010.

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