(Sondrio 1948 - )
Artista valtellinese
Angiola Tremonti è nata a Sondrio, ma vive e lavora a Cantù in provincia di Como. Alla pittura e alla scultura è arrivata solo nel 1988, dopo una serie di esperienze che l’hanno vista prima conseguire il diploma magistrale e quello di grafico pubblicitario, poi insegnare nella scuola pubblica e contemporaneamente diventare allenatore e istruttore sportivo della Fit, la Federazione italiana tennis, quindi seguire i corsi di crocerossina e vivere intense esperienze esistenziali in Africa, in India, e nelle stesse carceri italiani, a Bassone, dove ha insegnato alle detenute. Sono state appunto le sue allieve del carcere a spingerla verso la pittura e la pratica artistica in cui nell’ultimo quindicennio, dopo i corsi di nudo a Brera e quelli di affresco alla scuola Castellini di Como, si è affermata con i suoi intarsi, le sue sculture e i suoi gioielli (Angiola Tremonti lavora anche nel campo del design artistico), che hanno riscosso l’attenzione e l’ammirazione di critici come Rossana Boscaglia, Luciano Caramel, Raffaele De Grada e Gillo Dorfles.
In particolare Rossana Bossaglia ha sottolineato come la “tendenza fantastico-surreale […] le ha consentito di colloquiare con i bambini - puntando sull’aspetto ludico/favolistico dell’immagine - e con il pubblico colto - puntando in questo caso sulla complessità dei rimandi che le opere suggeriscono.” E questo doppio registro favolistico e filosofico insieme, si esprime nella sua pittura e nelle sue sculture nel motivo della “Mabilla” in cui si condensa sia il tema della maternità (la “mater dulcissima”) sia quello della femminilità come prorompente vitalità naturale ed energia primigenia.
Mentre la sua pittura, come ha messo in rilievo Raffaele De Grada, si caratterizza per una tendenza informale resa fortemente personale dal supporto plastico intarsiato di resine e gessi, la sua scultura, sempre sul tema della femminilità e della maternità, ha ora l’astratta evanescenza evocativa della silhouette, ora l’eleganza stilizzata e raffinata di motivi neoliberty sul tema della donna-albero e della donna-foglia.
Prevalente, in ogni caso, nella Tremonti è la vulcanica energia espressiva e l’irriflessa immediatezza comunicativa, che sono le caratteristiche della sua opera, ma anche della sua stessa personalità.
A. Tremonti, cat. della mostra di Varese, testi critici di Rossana Bossaglia, Gillo Dorfles, Galleria Arte Armanti, Varese, 2001; Angiola Tremonti. Mabilla – Mater dulcissima, con testi di Rossana Boscaglia, Luciano Caramel, Raffaele De Grada, Gillo Dorfles, Francesca Bonazzoli, Alba Terigi, Angiola Tremonti, ed. Bilingue, Milano Mazzotta, 2003; Luca Beatrice (a cura), Angiola Tremonti. Sculture 2000-2010, cat. della mostra di Milano, Galleria d’arte moderna, Cinisello Balsamo, Silvana editoriale, 2010.