(Anversa 1608 - Parigi 1660)
Sulla scorta della menzione che ne La Felsina Pittrice (1678), il conte Carlo Malvasia fa di un monsignor Rinaldo della Montagna apprezzato da Guido Reni, l’abate gesuita Luigi Lanzi, nella sua Storia Pittorica dell’Italia (1792-1809), credette di poter identificare il Montagna, di cui fanno cenno diverse fonti, con un olandese “pittor di mare”, in seguito sempre chiamato Monsù Montagna o Renaud de la Montagne. Ma, dopo la pubblicazione della fondamentale monografia di M. Roethlisberger - Bianco, Cavalier Tempesta and his Time (University Delaware Press, Delaware, 1970), l’artista che si cela sotto il nome di Monsù Montagna va oggi più correttamente riconosciuto nel pittore fiammingo Matthieu van Plattenberg, nato ad Anversa nel 1608, allievo di Andries van Eertvelt, incisore e disegnatore di ricami, detto appunto Platte-Montagne o Montagne.
Per la verità, anche l’abate Lanzi in un primo momento aveva pensato che potesse trattarsi del Plate-Montagne, ma egli pensava a “Niccolò de Plate Montagne”, figlio di Matthieu van Plattenberg e anch’egli chiamato appunto Plate-Montagne, come attesta J.B. Félibien des Avaux (1615-1695) nei suoi Entretiens sur la vie et les ouvrages des plus excellents peintres anciens et modernes, pubblicate a Parigi fra il 1656 e il 1688.
A vent’anni Matthieu van Plattenberg soggiornò per qualche tempo in Italia, a Firenze, seguendo a quanto pare il proprio maestro van Eertveld, anche se egli sosterrà in seguito di aver lavorato a Firenze come collaboratore di Jan Asselijn. La circostanza è quanto meno poco attendibile, dal momento che negli anni in cui Jan Asselijn visse in Italia, dal 1635 al 1644, Plattenberg lavorava già a Parigi dove era giunto intorno al 1630, cambiando subito il proprio nome in quello di Platte-Montagne e sposando nel 1631 la sorella del pittore parigino Jean Morin. Incisore e disegnatore di ricami, divenne presto famoso come pittore di marine tempestose firmandosi Platte-Montagne, Montagne e Montaigne, il che è, probabilmente, all’origine della sua confusione con Renaud de la Montagne, artista peraltro fino ad oggi sconosciuto. Di lui, infatti, l’unica notizia piuttosto precisa è quella riportata dal Lanzi secondo cui sarebbe morto nel 1644, data ritenuta da tutta la critica troppo precoce per il maturo gusto barocco dei dipinti che gli vengono attribuiti.
Plattenberg, che amava fregiarsi del titolo di “Peintre du Roy pour les mers”, va anche ricordato per essere stato nel 1648 uno dei membri fondatori dell’Académie Royale de Peinture et de Sculture a Parigi, dove morì nel 1660.
L’identificazione di Monsù Montagna con Matthieu van Plattenberg, è stata condotta da Roethlisberger con un serrato confronto stilistico e iconografico delle marine in tempesta sicuramente di quest’ultimo, con quelle ritenute fino ad allora del misterioso Renaud de la Montagna, da cui risulta chiaramente che queste ultime sono della stessa mano di quelle del pittore fiammingo cui pertanto vanno attribuiti tutti i quadri passati sotto il nome di monsù Montagna.
Matthieu van Plattenberg risulta così l’unico vero precursore di Pieter Mulier, anch’egli pittore, in forme più classiche, di marine in tempesta, vissuto in Italia dal 1684 al 1701 e passato alla storia dell’arte col soprannome di Cavalier Tempesta, soprattutto per i cieli burrascosi dei suoi paesaggi.
Al Cavalier Tempesta, ancora al tempo del Lanzi, venivano talora attribuite le opere di Monsù Montagna.
Anche il figlio di Matthieu van Plattenberg, vissuto a Parigi dal 1631 al 1706 e, come già ricordato, conosciuto col nome di Nicolas de Plattemontagne, fu pittore (decorò le Tuileries), allievo di Philippe de Champaigne, con cui la sua opera viene ancora oggi spesso confusa, ripercorrendo così il destino toccato già al padre.
Plattenberg Matthieu van, gen Van Patten oder Platte-Montagne, in Thieme Becker, Kunstler Lexicon, J.B. Félibien des Avaux, Entretiens sur la vie et les ouvrages des plus excellents peintres anciens et modernes, Parigi, 1656–1688; Luigi Lanzi, Storia pittorica della Italia. Dal risorgimento delle Belle Arti fin presso al fine del XVIII secolo, Firenze, Sansoni, 1968; M. Roethlisberger - Bianco, Cavalier Tempesta and his time, Delaware, University of Delaware Press, 1970; Bert W. Meijer (a cura di), Dipinti fiamminghi e olandesi in collezioni lombarde, Catalogo della mostra, Milano Silvana, 2004; Guido Jansen - Bert W. Meijer - Paola Squellati Brizio, Repertory of Dutch and Flemish Paintings in Italian Public Collections, Lombardy 2 (M-Z), Firenze, Centro Di, 2005.