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Leonardo Borgese

(Napoli 1904 - Milano 1986)

Biografia

Nato a Napoli nel 1904, figlio dello scrittore e critico letterario Giuseppe Antonio Borgese e della prima moglie di questi, Maria Freschi, anch’essa giornalista e scrittrice, Leonardo Borgese è oggi più noto per la sua lunga attività di critico d’arte del “Corriere della Sera”, dal 1945 al 1968, che per la sua produzione artistica, tutta sotto il segno di una reazione ai contorcimenti formali dell’arte moderna che, per Borgese, non lascia posto all’uomo, al sentimento, al sogno. Eppure è come pittore che esordisce Borgese a soli 15 anni, nel 1919, alla Biennale d’arte umoristica di Bologna, dove viene premiato per l’efficacia espressiva del suo segno grafico. L’anno successivo comincia a frequentare l’Accademia di Brera a Milano e nel ’27 allestisce a Bologna la sua prima personale presentato da Carlo Carrà. Seguiranno la partecipazione a diverse mostre in Italia, all’estero e alla Biennale di Venezia a partire dal 1934, e le personali a Milano (alla Libreria del Milione, alla Permanente, alla Galleria Gian Ferrari nel ’49 e nel ’54 e alla Galleria Cairola nel ’58).

Nel 1928 Borgese si era laureato in lettere con una tesi di archeologia e storia dell’arte medievale e, in quello stesso anno, aveva iniziato a frequentare la scuola di nudo a Parigi, completando poi a Roma la propria formazione artistica, anche se, da questo punto di vista, resterà sempre sostanzialmente un autodidatta.

Al giornalismo Borgese comincia a dedicarsi già negli anni ’30 collaborando a riviste come “Le Arti plastiche “, “Il Convegno”, “La Lettura”, “Domus” e al quotidiano “L’Ambrosiano” con articoli di critica d’arte, ma anche di in difesa dell’ambiente naturale, anticipando profeticamente una battaglia divenuta oggi drammaticamente urgente.

Quando nel ’45 assume l’incarico di critico d’arte al “Corriere della sera”, Borgese è dunque un artista già conosciuto e un critico altrettanto autorevole e temuto. A partire da quell’anno, tuttavia, la sua attività espositiva si dirada per lasciare il posto a quella del critico intransigente che per vent’anni dalle colonne del massimo quotidiano nazionale condurrà, fra memorabili polemiche, la propria battaglia contro ogni vuoto formalismo dell’arte contemporanea. Celebri, in questo senso, rimangono le sue stroncature di De Chirico, Savinio e Morandi, mentre, accanto a Spilimbergo o De Pisis, non mancherà di apprezzare anche Kandinskij, Klee, il Picasso del periodo rosa e blu, Osvaldo Licini e un artista fortemente provocatorio come Piero Manzoni. Dalle stesse colonne del “Corriere della sera”, Borgese continuerà a battersi contro gli scempi ambientali e a favore del recupero delle architetture tradizionali, come testimoniano i suoi articoli, recentemente raccolti nel volume “L’Italia rovinata dagli italiani” (Rizzoli, Milano 2005), e il libro “La casa rurale” - scritto fra il ’32 e il ’43, ma pubblicato solo nel 1969 - dedicato all’architettura rurale e al volto urbanistico di Ponte in Valtellina, il piccolo centro della provincia di Sondrio, dove Leonardo Borgese, che nel 1933 aveva sposato Sofia Cederna, era solito trascorrere le proprie vacanze. Anche dopo il ’45, comunque, Borgese continuerà a dipingere seguendo quella sua personale inclinazione che, come notò Orio Vergani, lo portava a non concedere nulla “al gradevole, al piacevole, allo scorrevole, al sorprendente, al gioco delle macchie, alle estemporaneità”.

Maestro nell’arte del ritratto, dove l’umanità dell’arte raggiungeva per lui il suo momento più alto, Borgese si fa duro e feroce nei fantocci, nelle caricature e nella satira sociale del mondo borghese, sulla scorta di Daumier e di Toulouse-Lautrec, mentre la sua tavolozza si distende nobilmente serena negli interni, nelle nature morte e nei paesaggi soprattutto, fra cui spiccano quelli valtellinesi.

Oltre che giornalista, Borgese è stato anche autore di numerosi saggi critici - fra cui ricordiamo quelli su Leonardo Da Vinci, Cellini, Rubens, Daumier, Toulouse-Lautrec - e, insieme a Renato Cevese, di un manuale di storia dell’arte. Né va dimenticato che sulle orme del padre - docente universitario, avversario del fascismo, emigrato nel ’25 in America dove sposò una figlia di Thomas Mann, Elizabeth - Leonardo Borgese è stato anche un ottimo narratore, autore di delicati racconti, come quelli raccolti nel volume “Il Cigno”, e di un romanzo,“Primo amore” (Garzanti, 1952), vincitore nel ’53 del premio Bagutta.

Ritiratosi nel 1968 dall’attività di critico d’arte del “Corriere della sera”, Leonardo Borgese è morto a Milano nel 1986.

Bibliografia

Carlo Carrà, Leonardo Borgese, Milano, 1927; Ettore Galletti - Francesco Camesasca, Enciclopedia della pittura italiana, Milano, 1951; Leonardo Borgese, La casa rurale, Maccari, Parma, 1969; Leonardo Borgese, Opere su carta, con testi di Mario Perazzi e Orio Vergani, cat. della mostra, Milano Galleria Gian Ferrari, 1993; Leonardo Borgese L’Italia rovinata dagli italiani. Scritti sull’ambiente, la città, il paesaggio 1946-70, Rizzoli, Milano, 2005.

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