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Renato Guttuso

(Bagheria, Palermo 1912 - Roma 1987)

Biografia

Renato Guttuso nasce a Bagheria (Palermo) il 2 gennaio 1912, figlio di un agrimensore appassionato d’arte e di una casalinga. A Bagheria frequenta, durante gli anni del liceo, lo studio del pittore Domenico Quattrociocchi e la bottega di Emilio Murolo, pittore di carretti il cui realismo epico e ingenuo influenzerà in seguito la sua pittura che comincia a praticare in quegli anni con passione da autodidatta e cui si dedicherà all’inizio degli anni ’30 abbandonando gli studi in legge. Nel corso di due soggiorni a Roma nel ’31 e nel ’33 come aiuto restauratore nei musei, conosce Scipione, Mafai, Carlo Levi e altri esponenti della cosiddetta Scuola romana, mentre fra il ‘34 e il ‘35 a Milano, dove svolge il servizio militare, entra in contatto con Sassu, Birolli, Treccani e il gruppo di Corrente e stringe amicizia con Elio Vittorini. Nel ’37 si stabilisce definitivamente a Roma, attirando presto l’interesse della critica con la grande tela Fuga dall’Etna, dove, nel tumultuoso accavallarsi di uomini e animali che cercano scampo dall’eruzione, si esprime quel realismo drammatico e vivacemente cromatico che ne costituirà sempre l’inconfondibile cifra stilistica. Ma è con la Crocifissione del 1941, premiata col secondo posto al premio Bergamo del ’42, che si impone all’attenzione nazionale grazie anche alle veementi polemiche di parte cattolica per la forza dissacratrice della Maddalena, nuda ai piedi della Croce, che asciuga il sangue delle ferite di Cristo. In pieno conflitto mondiale l’opera divenne subito icona del dolore e della sofferenza generata dalla guerra. E’ un’opera-manifesto, in cui gli echi di Piero della Francesca e della pittura arcaica italiana si combinano con influenze cubiste e con un aperto richiamo al Picasso di Guernica, definendo il limite di un’apertura alle avanguardie moderne che per Guttuso si arresterà sempre di fronte alla fondamentale esigenza realista, originariamente mutuata dalla tradizione dei carretti siciliani e connaturata al suo temperamento d’artista. Ma dopo aver aderito nel ’40 al Partito comunista italiano entrando a far parte del suo comitato centrale, il suo realismo si orienta sempre più verso temi politico-sociali, staccandosi progressivamente dalla lezione cubista di Picasso e Léger, fino a cedere nel corso degli anni ’50 a un tono narrativo e popolaresco (La battaglia di Ponte dell’ammiraglio del ’51-’52, Boogie-woogie del ’53) in ossequio ai canoni del realismo socialista, diventato nel ’53 indirizzo artistico ufficiale dell’Internazionale comunista. A questa fase della sua produzione vanno anche ascritte opere come La discussione (‘59) Giornale murale (1968), ispirato al maggio parigino di quell’anno, e I funerali di Togliatti (1972), che nel loro pathos declamatorio sono veri e propri manifesti politici. E’ con l’omaggio a Morandi del ’65, ma anche con il ciclo di Immagini autobiografiche e, soprattutto, con quello dedicato a Picasso nel ’73, che la sua pittura ritrova gli iniziali e innovativi fermenti formali ed espressivi culminati nel ’45 nel grande ciclo di disegni sulla barbarie nazista Gott mit uns (Dio è con noi) e che ora si fanno evidenti in opere di grande respiro come La Vucciria (1974) e Caffé Greco (1976), mentre la sua pittura si apre ai temi più intimistici del ricordo e della fantasia. La Vucciria, in particolare, è “un’enorme natura morta “, come ha scritto Werner Haftmann, dove gli uomini assumono una funzione secondaria rispetto alla traboccante presenza delle cose che dà al quadro un’atmosfera quasi da realismo magico.

Superato il limite ideologico della sua pittura, Guttuso riesce così, nella seconda metà degli anni ’70, a dare al suo innato realismo una dimensione sempre più allegorica, onirica e quasi surreale che culmina nei grandi cicli delle Allegorie, della Malinconia e della Visita della sera, presentanti da Giuliano Briganti nel 1981 a Roma, in una mostra che fa da pendant all’ampia antologica dedicatagli nel ’63 a Parma da Roberto Longhi, Franco Russoli e Giovanni Testori. Nel 1985 Guttuso dipinge al Sacro Monte di Varese il murale con la Fuga in Egitto all’esterno della terza cappella, realizza quindi la grande tela Al Bosco d’amore e inizia, sul soffitto del teatro lirico Vittorio Emanuele di Messina, il monumentale affresco di 120 metri con la leggenda di Cola Pesce. L’ultima sua opera è una tela di grandi dimensioni, Nella stanza le donne vanno e vengono, rimasta incompiuta per la morte dell’artista il 18 gennaio 1987. Le opere della sua collezione sono oggi divise tra la Galleria Nazionale d’Arte moderna di Roma e il Museo che la sua città natale, Bagheria, gli ha dedicato nella settecentesca Villa Cattolica, mentre il suo atelier romano di piazza del Grillo, è stato destinato a sede degli archivi Guttuso dal figlio adottivo Fabio Carapezza.

Bibliografia

Roberto Longhi, Franco Russoli, Giovanni Testori, Renato Guttuso: 200 dipinti e antologia grafica dal 1931 ad oggi, Palazzo della Pilotta, Parma, 1964; Mario De Micheli, Renato Guttuso, Milano, I Classici della pittura Mondadori, 1966; Guido Piovene, Gianfranco Contini, Guttuso. Donne, stanze, paesaggi,oggetti, Galleria del Milione, Milano, 1968; Werner Haftmann, Guttuso, Immagini autobiografiche, Toninelli editore, Milano, 1971; Wieland Schmeid, Guttuso, “Il Convivio”. Ciclo di dieci dipinti eseguiti in ricordo di Pablo Picasso, Galleria Toninelli, Roma, 1974; Renato Guttuso, Il mestiere di pittore. Scritti sull’arte e la società, De Donato, Bari 1972; Goffredo Parise, Guttuso, La Vucciria, Galleria Toninelli, Roma, 1975; Giorgio Soavi, Nei luoghi di Guttuso. Viaggio in Sicilia, Roma e Velate, Franca May Edizioni, Roma, 1979; Maurizio Calvesi, Guttuso, Galleria del Milione, Milano, 1980; Antonello Trombadori, Giuliano Briganti, Guttuso, Le Allegorie, Galleria d’Arte Moderna, Bologna, 1981; Cesare Brandi, Maurizio Calvesi, Vittorio Rubiu, Attilio Codognato, Guttuso. Opere dal 1931 al 1981, Centro di cultura di Palazzo Grassi, Venezia, 1982; Cesare Brandi, Guttuso, Fabbri, Milano, 1983; Enrico Crispolti, Leggere Guttuso, Milano, 1987; Fabio Carapezza Guttuso (a cura di), Renato Guttuso, Elogio allo sport, con testi di Gianni Brera, Vittorio Rubiu e Luca Giannoli, (Palazzo del Coni, Foro Italico, Roma 1984), Coni, Milano, 1984; Fabio Carapezza Guttuso, Vincenzo Consolo, Piero Guccione, Gaetano Tornatore, Guttuso, Milano, Mondadori, 1999; Werner Haftmann, Guttuso, Giunti, Firenze, 2005; Fabio Carapezza Guttuso, Dora Favatella Lo Cascio, Renato Guttuso Dal Fronte Nuovo all'Autobiografia 1946/1966, (testi di E. Bruno, M. Calvesi, E. Crispolti, J. Hyman, A. Greco, D. Papemberg, D. Trombadori, antologia di scritti di Renato Guttuso a cura di M. Carapezza), Eugenio Maria Falcone Editore, Palermo, 2003; Dora Favatella Lo Cascio (a cura di), Museo Guttuso, (testi di F. Carapezza Guttuso, L.Bellanca, R. Scaduto), E. M. Falcone, Palermo, 2003; Paolo Parlavecchia, Renato Guttuso, un ritratto del XX secolo, Utet, Torino, 2007.

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