(Villa di Chiavenna 1943 - )
cm 145,5x145,5
Olio su tela
Firmato in basso a destra: Gini
Acquisto diretto dall'autore
Una variazione sul tema delle nature morte in un interno con pavimento a scacchi per la quale valgono le considerazioni svolte a proposito dell'atmosfera metafisica che pervade l'intero ciclo e delle valenze psicologico-esistenziali dell'impianto geometrico e del grigio.
Qui la prospettiva diventa più profonda e appaiono più evidenti due barriere, quella invisibile che impedisce alle sfere di varcare la soglia, e quella visibile dei muri della stanza che interrompono angosciosamente l'anelito di infinito espresso dal ritmo del pavimento a scacchi. A differenza che nei paesaggi, dove quest'anelito si esprime nell'orizzonte aperto degli "interminati spazi”, per dirla con Leopardi, qui lo stesso sentimento si esprime, per contrasto, attraverso la sua inibizione fisica da parte del muro. Nei paesaggi prevale perciò quella distensione lirica, talora anche malinconica, che qui diventa invece, angoscia sottile, misurata, ma non disperata tristezza. Gini conosce, infatti, il fascino vitale che si annida in fondo a ogni sentimento. Anche in questo ripiegarsi dell'anima in se stessa, in questo grigio che è uno dei suoi colori preferiti, egli risplende, perciò, come le sue sfere in cui si identifica.