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Immagine dell'opera

Pittore emiliano (?) del XVIII secolo

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Eliezer e Rebecca al pozzo

Dimensioni

cm 147x 197,5

Tecnica

Olio su tela

Firma

Provenienza

Acquisto sul mercato antiquario, 1997

Esposizioni

Commento

L’episodio rappresentato nel dipinto è quello narrato in Genesi 22, 23. Eliezer, servo di Abramo, mandato da questi al suo paese d’origine per scegliere una sposa per Isacco, giunge nei pressi di un pozzo dove incontra Rebecca in cui riconosce la sposa predestinata da Dio per Isacco. “Quando i cammelli ebbero finito di bere - si legge nel passo - quell’uomo prese un pendente d’oro del peso di mezzo chilo e glielo pose alle narici e le pose sulle braccia due braccialetti di dieci sicli d’oro.” Eliezer, infatti, in abiti sontuosi, è rappresentato nell’atto di offrire alla ragazza una preziosa collana di perle, appena prelevata dallo scrigno colmo di gioielli che il suo assistente in turbante orientale, tiene sollevato a mezz’aria dietro di lui, mentre l’altro servitore rigoverna i cammelli. Rebecca, in ricca veste di seta gialla, coi capelli raccolti dietro la nuca, attorniata  sulla destra dal gruppo delle compagne che la incitano, accoglie il dono con entusiasmo, come sembra indicare il suo piede sollevato da terra, tenendo in mano il secchio poggiato sull’orlo del pozzo, con cui ha appena dissetato i cammelli di Eliezer. A terra, in primo piano, in mezzo fra i due, l’anfora con cui Rebecca ha dato da bere allo straniero.

Sebbene la Bibbia ambienti l’episodio sul far della sera, “quando le ragazze escono a prendere l’acqua alla sorgente”, qui l’atmosfera è invece radiosamente diurna, con il brano di paesaggio che si interpone al centro fra i due gruppi.

Il quadro, insieme a quello di “Giacobbe e Rachele al pozzo” (vedi scheda), è stato acquistato nel 1997 a un’asta Sotheby’s dalla Banca Popolare sulla base di un’attribuzione degli stessi esperti della casa d’aste inglese a Pietro Ligari. Ma l’attribuzione appare fondata su elementi generici e poco significativi, come l’epoca del quadro, riconducibile alla prima metà del ‘700, la sua provenienza da una famiglia lombarda di Varese che ne era proprietaria da diverse generazioni, il soggetto e gli elementi compositivi ritenuti tipici dello stile del pittore valtellinese.

Nel libro di famiglia che Pietro Ligari aveva cominciato a compilare dopo il suo ritorno in Valtellina - il cosiddetto Mastro N come lo chiamò il primo studioso del Ligari, Camillo Bassi – non compare, tuttavia, alcun quadro con questo soggetto.

Questi rilievi, però, non sono decisivi per negarne l’attribuzione a Pietro Ligari. Nel Mastro N, infatti, mancano opere sicuramente sue, mentre non sono riportate molte delle opere da lui eseguite nel periodo milanese. Sono piuttosto i caratteri stilistici del tutto estranei alla grande qualità artistica della pittura ligariana ad escluderne l’attribuzione al pittore valtellinese.

Anche il titolo con cui il quadro è stato presentato e venduto, Rachele e Eliezer al pozzo, è errato.

Non si tratta infatti di Rachele, ma di Rebecca.

L’acqua e il pozzo sono chiaramente simboli di vita, come simbolo di vita è la stessa Rebecca da cui nasceranno Giacobbe ed Esaù. Ma per il tema del pozzo e i significati iconologici che legano questo quadro a quello dello stesso autore, Giacobbe e Rachele al pozzo, rimandiamo alla scheda di quest’ultimo.

Note