Livio Benetti
(Trento 1915 - Sondrio 1987)
San Martino
Dimensioni
Altorilievo in bronzo, cm. 150x106x19
Tecnica
Bronzo
Firma
Provenienza
commissione diretta all’autore
Esposizioni
Commento
Alla fine degli anni ’70 Benetti abbandona il tipo di scultura impressionista dei due decenni precedenti per tornare alla scultura realista degli anni ’40, sentita più confacente alla sua personalità artistica. Ma non si tratta di un semplice ritorno, perché la forza espressiva e narrativa che acquistal’ultima sua produzione scultorea è del tutto nuova.
Ne è testimonianza questo altorilievo bronzeo realizzato nel 1978 ben diverso da quello sullo stesso soggetto scolpito da Benetti vent’anni prima, nel 1958, quasi astratto nella sua sommarietà descrittiva.
La rappresentazione si concentra tutta nel gesto del mendicante seminudo con la mano implorante verso il cavaliere che taglia plasticamente in due la sua pesante clamide di guardia imperiale per dividerla col mendicante.
Benetti descrive con scabra ruvidezza la figura del viandante e con più raffinata levigatezza quella del cavaliere a demarcare la disparità di condizione sociale che dà significato al gesto.
Va sottolineata l’abilità con cui l’artista rappresenta la torsione del busto di S. Martino e la plasticità del gesto con cui taglia in due il mantello, mentre il cavallo sembra proseguire la sua marcia. La scena è tutta concentrata sulla destra, mentre a sinistra domina l’imponente figura del cavallo il cui incedere diventa pretesto per una rappresentazione scultorea più sommaria del fondo dove appaiono uomini al lavoro davanti a un gruppo di case che rappresentano l’abitato di Tirano, centro di transito all’incrocio tra la Valtellina e le antiche vie dell’Aprica e della val Poschiavo verso il passo del Bernina. E’ appunto la posizione di Tirano che giustifica il culto del santo, patrono dei pellegrini e dei viandanti, ma anche di osti e albergatori.
Come capita spesso in queste tipo di raffigurazione Benetti ama racchiudere l’intera rappresentazione entro una cornice che delimita e racchiude la scena per accentuarne la concentrazione. Un accorgimento che non sempre ha esiti felici, come dimostra, in questo caso, la zampa anteriore del cavallo che avanza rimanendo sospesa e quasi monca a mezz’aria. Un effetto certamente voluto per dare moderna apertura alla rappresentazione, ma che, nell’insieme, risulta oggi poco gradevole.
L’altorilievo fu realizzato nel 1978 su commissione diretta della Banca, per essere murato all’esterno della sua filiale di Tirano, quasi una dedica di questa al santo patrono della città, cui è intitolata la Chiesa parrocchiale che sorge a poca distanza.
Note