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Immagine dell'opera

Domenico Aspari

(Milano 1745 - Milano 1831)

Piazza del Duomo

Dimensioni

mm. 445 x 638

Tecnica

Acquaforte e bulino

Firma

Aggiunta a mano a sinistra sotto il riquadro: Dom Aspari disegnò ed incise

Provenienza

Esposizioni

Commento

Quando nel 1791 Aspari eseguì questa veduta del Duomo di Milano, l’edificio era ancora privo della facciata. Per questo l’artista sceglie una veduta laterale dell’abside  e della fiancata  destra che, pur senza le guglie e i coronamenti ancora mancanti, era quella da cui risaltava meglio la monumentale maestosità della cattedrale nel grande spazio vuoto della piazza fra radi passanti e lontani edifici.  

Ristampando nel 1808 la veduta dell’Aspari, i Vallardi vi aggiunsero le guglie, i coronamenti e gli archi rampanti che intanto erano stati completati, e la ripubblicarono dapprima senza titolo e senza indicazione di data e autore (ed è la versione qui presentata), e quindi con il nome dell’autore e un nuovo titolo Veduta del fianco del Duomo di Milano, ma senza la data (1791) che vi aveva apposto l’Aspari,  ormai del tutto anacronistica rispetto alla forma assunta nel frattempo dall’edificio.  

Nel 1808, infatti, il Duomo si presentava con le guglie e la nuova facciata realizzata da Carlo Amati e riproporlo nella veste spoglia e dimessa di 17 anni prima sembrava  poco confacente all’immagine e alle aspirazioni  della capitale del napoleonico Regno d’Italia.

Milano, anzi, si identificava ormai a tal punto con il suo Duomo che i Vallardi invece di ristampare integralmente le 16 vedute dell’Aspari, ne esclusero una, quella del cortile di Brera, per sostituirla con una seconda veduta del Duomo, questa volta con la facciata, incisa da Pietro Ruga su disegno dell’Argenti.  Era la facciata ora la vera attrattiva della grande piazza e tutti i maggiori incisori facevano a gara a raffigurare l’animata ed elegante vita sociale che vi si svolgeva sullo sfondo di quella nuova, scenografica quinta.

Tra tutte le 16 vedute milanesi dell’Aspari questa, perciò, era l’unica a conservare nel 1808 quel tono vagamente antiquato che le aggiunte e i ritocchi dei Vallardi non erano valse ad eliminare.   

Il Duomo di Milano, nel 1791 ancora privo di facciata, è raffigurato in questa incisione attraverso  una veduta laterale dell’abside e del suo fianco destro per metterne meglio in risalto la monumentale maestosità delle vetrate e delle guglie che culminano nella grande guglia centrale. In primo piano radi passanti e una sola carrozza nel grande spazio vuoto della piazza in cui il Duomo giganteggia  davanti agli altri edifici  che vedono in lontananza sulla destra.

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Note