(Venezia 1688 - Venezia 1782)
parte incisa mm. 251 x 422, lastra mm. 272 x 428
Acquaforte
L’ampia prospettiva mostra il tratto del Canal Grande verso Occidente che, dalle Fabbriche Nuove (Aedibus Publicis), a sinistra, e dai palazzi antistanti il campo e la chiesa dei SS. Apostoli, di cui si vede a destra la sommità del campanile, si prolunga fino al palazzo Vendramin Calergi che Visentini chiama Grimanam Domum, casa Grimani. Quando, infatti, nel 1731 incide questa prospettiva, il palazzo era ancora di proprietà dei Grimani Calergi e solo nel 1738 sarebbe stato venduto ai Vendramin.
Sulla destra si vede, ancora raffigurato con la sua originaria facciata gotica, il palazzo Balbi poi Mangili-Valmarana, acquistato nel 1740 dal console Smith, committente dei dipinti di Canaletto e delle incisioni di Visentini. L’edificio fu restaurato da quest’ultimo, su incarico del console, a partire dal 1740 e completato con una nuova facciata rinascimentale nel 1751. Solo che mentre il corrispondente dipinto del Canaletto risalente al 1729, da cui l’incisione è tratta, fu corretto in seguito dal pittore con la raffigurazione della nuova facciata, secondo il desiderio del console, l’acquaforte del Visentini è rimasta invece misteriosamente immutata nell’album , malgrado Visentini avesse predisposto il disegno preparatorio per una nuova acquaforte che non fu mai stampata. (Succi, 1986).
L’incisione presentata è al I stato caratterizzato dalla resa a tratti leggermente distanziati dell’increspatura dell’acqua su tutto il primo piano, mentre più in lontananza la distesa dell’acqua è raffigurata a linee orizzontale i continue, come nella fase più matura del Visentini incisore.