(Venezia 1688 - Venezia 1782)
parte incisa mm. 250 x 419, lastra mm. 273 x 429
Acquaforte
In questa seconda prospettiva, che fa da pendant con quella del Molo verso la Riva degli Schiavoni, la veduta si allarga dalla colonna di S. Teodoro, il primo protettore della città, e dall’ala verso il molo della cinquecentesca Libreria Marciana che si prolunga nell’edificio della Zecca, fino all’ingresso del Canal Grande con la Dogana da Mar e la grande cupola della chiesa della Salute. Davanti alla Libreria e alla Zecca si accalcano le bancarelle dei mercanti di generi alimentari le cui barche sono ormeggiate sugli antistanti pontili del molo.
Tutto il primo piano è dominato dalla pittoresca animazione della piazzetta e del molo che offrono un gustoso brano di vita veneziana settecentesca con le barche in manovra, i due bimbi che giocano, il capannello dei borghesi che conversano, i banchetti dei venditori, i due senatori in toga.
L'incisione di Visentini presenta qualche variante rispetto al dipinto del Canaletto, inizialemente acquistato da Smith, poi da questi ceduto al duca di Leeds e oggi a Milano al Museo Civico del Castello Sforzesco.
La Libreria Marciana (oggi Biblioteca Marciana) era stata eretta a metà del ’500 da Jacopo Sansovino sulla cosiddetta Piazzetta, di fronte al Palazzo Ducale, per accogliere la donazione dei libri del cardinal Bessarione, ma, dopo la morte del Sansovino, l’ala verso il molo venne completata nel 1582 dal vicentino Domenico Scamozzi, cui si deve probabilmente anche la Zecca, inizialmente concepita dal Sansovino come un corpo unico con la Libreria.
La costruzione dell’edificio, iniziata nel 1537, fu particolarmente lunga e complessa, anche per le innovative soluzioni architettoniche del Sansovino che gli causarono non pochi problemi. Quando, infatti, nel 1545 la costruzione era abbastanza avanzata, l’edificio crollò e il Sansovino, dapprima imprigionato, poté tornare in libertà e riprendere il suo posto di capo architetto solo dopo essersi sobbarcato le spese della ricostruzione.