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Bartolomeo Pinelli

(Roma 1781 - Roma 1835)

Triste presentimento di fra Cristoforo

Dimensioni

foglio mm. 425 x 543, parte figurata mm. 300 x 337

Tecnica

Litografia

Firma

Pinelli fc. Roma 1830

Provenienza

Esposizioni

Commento

Il contrasto fra la serena dolcezza del paesaggio naturale e urbano (il paese di pescatori che si specchia sul lago) e la pietosa tristezza di quello sociale (la schiera di laceri mendicanti lungo la via) è lo sfondo su cui Manzoni ci presenta la figura di fra Cristoforo, che partecipa dell’uno e dell’altro carattere della scena col moto tutto interiore del cuore, agitato da opposti sentimenti e da tristi presentimenti, mentre procede spedito verso la casa di Lucia. Nulla di tutto questo nella scena di Pinelli, dove un pae­saggio anonimo di pura fantasia, privo di ogni colore locale e senza alcun rapporto con quello intensamente emotivo descritto dal Manzoni, fa da sfondo a una scena di convenzionale patetismo in cui la stessa figura di fra Cristoforo perde forza e carattere. Pinelli paga qui la sua assoluta mancanza di conoscenza dei luoghi manzoniani così intrinseci allo spirito del romanzo.

 

 

 

I Promessi Sposi, cap. IV, ed. 1827

Il sole non era ancora tutto apparso sull’orizzonte, quando il padre Cristoforo uscí del suo convento di Pescarenico, per salire alla casetta dove era aspettato. È Pescarenico una terricciuola, sulla riva sinistra dell’Adda, o vogliam dire del lago, pochi passi al di sotto del ponte: un gruppetto di case, abitate la più parte da pescatori, e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare. [...]

La scena era lieta; ma ogni figura d’uomo che vi si movesse, contristava lo sguardo e il pensiero. Ad ogni tratto s’incontravano mendichi laceri e macilenti, o invecchiati nel mestiere, o indotti allora dalla necessità a tender la mano. [...]

Queste viste crescevano ad ogni passo, la mestizia del frate, il quale camminava già col tristo presentimento in cuore, di andare a sentire una qualche sciagura.

 

I Promessi Sposi, cap. IV, ed. 1840

Il sole non era ancor tutto apparso sull’orizzonte, quando il padre Cristoforo uscí dal suo convento di Pescarenico, per salire alla casetta dov’era aspettato. È Pescarenico una terricciola, sulla riva sinistra dell’Adda, o vogliam dire del lago, poco discosto dal ponte: un gruppetto di case, abitate la più parte da pescatori, e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare. [...]

La scena era lieta; ma ogni figura d’uomo che vi apparisse, rattristava lo sguardo e il pensiero. Ogni tanto, s’incontravano mendichi laceri e macilenti, o invecchiati nel mestiere, o spinti allora dalla necessità a tender la mano. [...]

Questi spettacoli accrescevano, a ogni passo, la mestizia del frate, il quale camminava già col tristo presentimento in cuore, d’andar a sentire qualche sciagura.

Note