(Piacenza 1912 - Milano 1992)
cm 72,7x49,6
Olio su tela
Firmato e datato in basso a destra: Ricordo di Bormio (Notturno) Cassinari/1960
Commissione diretta della banca all’artista nel 1959
1990, Sondrio, Palazzo del Governo, Il paesaggio valtellinese dal Romanticismo all'Astrattismo, n. 52
Le grandi mani che si protendono in atto colloquiale, al centro della composizione, danno a questo Ricordo di Bormio il suo carattere di notturna conversazione. Affiora sulla sinistra dal profondo buio della scena il profilo monumentale della figura cui appartengono quelle mani che si accendono di un chiarore lunare, mentre si delineano qua e là gli incerti contorni degli altri interlocutori.
E’ questa una delle opere più belle e meno conosciute di Bruno Cassinari. A differenza che in Morlotti dove l’immagine colpisce d’acchito in modo bruciante l’osservatore, qui essa si dipana con lentezza dalla densa matericità del colore attraverso le guizzanti accensioni di bianco, di giallo, di verde che riverberano pallidi riflessi sull’intera composizione.
La possente figura scura, omaggio non dissimulato al Sironi di Novecento, domina l’intera scena avvolta in un’atmosfera di suggestivo ermetico lirismo, magico, impenetrabile e misterioso, sigillato per sempre nel muto dialogo delle forme e dei colori. Un esempio altissimo di quel linguaggio “astratto-concreto” di stampo espressionistico tipico del grande artista piacentino.