(Parma 1783 - Milano 1835)
mm. 305 x 402 (parte figurata)
Acquatinta
Landini inc.
E’ il momento culminante del teso e drammatico colloquio tra fra Cristoforo e Don Rodrigo, quello in cui il frate cappuccino, paladino dei deboli, scaglia la sua profetica invettiva “verrà un giorno…”, puntando il dito contro l’uomo potente e sicuro della sua impunità, che ha di fronte. L’ambientazione della scena entro una stanza spoglia, cosparsa di armi e armature alle pareti, è di discreta efficacia, come la figura del frate col dito puntato e la gamba protesa in avanti, ma si perde invece la stizza e l’altezzosa alterigia di don Rodrigo, di cui è messo invece in rilievo, con una certa infantile ingenuità, solo l’attonito ritrarsi e l’oscuro spavento che lo coglie alle parole del frate. I Promessi Sposi, cap. VI, ed. 1827 «E bene, la consigli di venirsi a metter sotto la mia protezione. Non le mancherà piú nulla, e nessuno ardirà inquietarla, o ch’io non son cavaliere.» A proposta siffatta, l’indegnazione del frate, compressa a stento fino allora, traboccò. […] «La vostra protezione!» sclamò egli, dando indietro due passi, appoggiandosi fieramente sul piede destro, mettendo la destra sull’anca, levando la sinistra coll’indice teso verso don Rodrigo, e piantandogli in faccia due occhi infiammati: […] «Io sapeva bene che quella innocente è sotto la protezione di Dio; ma voi, me lo fate sentire ora, con tanta certezza, che non ho più bisogno di riguardi a parlarvene. Lucia, dico: vedete come io pronunzio questo none colla fronte alta, e cogli occhi immobili.» «Come! in questa casa …!» «Ho compassione di questa casa: la maledizione le è sopra sospesa. […] Voi avete creduto che Dio abbia fatto una creatura a sua immagine, per darvi il diletto di tormentarla! Voi avete creduto che Dio non saprebbe difenderla! […] Lucia è sicura da voi: ve lo dico io povero frate; e in quanto a voi, sentite bene quello che io vi prometto. Verrà un giorno …» Don Rodrigo era fin allora rimasto tra la rabbia e la meraviglia, attonito, non trovando parole; ma, quando sentí intonare una predizione, un lontano e misterioso spavento s’aggiunse alla stizza. I Promessi Sposi, cap. VI, ed. 1840 «Ebbene, la consigli di venire a mettersi sotto la mia protezione. Non le mancherà piú nulla, e nessuno ardirà d’inquietarla, o ch’io non son cavaliere.» A siffatta proposta, l’indegnazione del frate, rattenuta a stento fin allora, traboccò. […] «La vostra protezione!» esclamò, dando indietro due passi, postandosi fieramente sul piede destro, mettendo la destra sull’anca, alzando la sinistra con l’indice teso verso don Rodrigo, e piantandogli in faccia due occhi infiammati: […] «Sapevo bene che quella innocente è sotto la protezione di Dio; ma voi, me lo fate sentire ora, con tanta certezza, che non ho più bisogno di riguardi a parlarvene. Lucia, dico: vedete come io pronunzio questo none con la fronte alta, e con gli occhi immobili.» «Come! in questa casa …!» «Ho compassione di questa casa: la maledizione le sta sopra sospesa. […] Voi avete creduto che Dio abbia fatto una creatura a sua immagine, per darvi il piacere di tormentarla! Voi avete creduto che Dio non saprebbe difenderla! […] Lucia è sicura da voi: ve lo dico io povero frate; e in quanto a voi, sentite bene quel ch’io vi prometto. Verrà un giorno …» Don Rodrigo era fin allora rimasto tra la rabbia e la meraviglia, attonito, non trovando parole; ma, quando sentí intonare una predizione, s’aggiunse alla rabbia un lontano e misterioso spavento.