(Torino 1909 - 1990)
cm. 60 x 80
Olio su tela
Firmato e datato in basso a dx: Seborga
Donazione Leonardo Gariboldi
“ Spesso ritorno per imparare alla valle delle Meraviglie che mi rivela i Principi delle origini e dopo vedo tutta la realtà e gli uomini d’oggi più profondamente”. Così scriveva nel 1974 Guido Seborga nel suo diario, Occhio folle occhio lucido, rivelando come proprio nelle incisioni rupestri della Valle delle Meraviglie nel Parco francese del Mercantour, in quelle immagini senza tempo che riportano alle origini dell’uomo e dell’umano, trovino ispirazione le sue ideografie. In esse, quelle immagini, liberate dalla pietra e dalla roccia, danzano libere e aeree nello spazio cosmico, vi fluttuano con surreale leggerezza, prendendo vita e significato dal fondo monocromatico, sempre diverso, di tono fortemente psichico ed evocativo.
In questo modo “il gesto ideografico ci unisce al cosmo”, scrive sempre Seborga nel suo Diario.
Ed è proprio in questo spazio cosmico, che quelle figure acquistano nell’immaginario le forme universali dell’umano, la libertà, l’amore, il dolore, la pietà, la forza, la caduta, il dubbio, la ricerca, tutta una geologia cosmica dei sentimenti e delle idee che sono state alle base della vita e dell’impegno politico di Seborga, che ritroviamo nei suoi romanzi e nelle sue poesie e che tornano come ideografie nella sua attività artistica sotto le suggestioni del surrealismo di matrice francese di cui si nutre l’opera di Seborga.
In questo dipinto è una figura di angelo-guerriero quella che si libra con sinuose movenze nello spazio rosso. L’esile ed elegante voluta da cui sboccia la figura contrasta con le grandi ali nere che si protendono come scudi minacciosi in alto.
Si tratta di una delle prime ideografie di Seborga dipinta nel 1969 a La Turbie, in territorio francese, nella Valle delle Meraviglie, poco lontano dall’estrema costa ligure di Ponente e da Bordighera, i luoghi dell’anima di Guido Hess, da cui trasse il suo stesso pseudonimo di Seborga.
Nel dipinto, una nera figura di angelo-guerriero, si libra con sinuose movenze nello spazio rosso del quadro. L’esile ed elegante voluta da cui sboccia in basso la figura contrasta con le grandi ali nere che si protendono in alto come scudi minacciosi. Libertà, delicatezza, forza, sono le idee che ispira l’immagine in cui l’artista riproduce una delle figure rupestri incise sulla roccia della valle delle Meraviglie nel parco francese del Mercantour, da cui Seborga trae il repertorio fantastico delle sue immagini.
-->Massimo Novelli, L’uomo di Bordighera. Indagine su Guido Seborga, Milano, Spoon River, 2008
Laura Hess, Massimo Novelli, Guido Seborga. Scritti, immagini, lettere, Milano, Spoon River, 2009
Guido Seborga, Occhio folle occhio lucido, Spoon River, 2013
Guido Seborga. La Valle delle Meraviglie. Ideografie, catalogo della mostra di Milano, Castello Sforzesco, 4-25 maggio 1973, presentazione di Pier Angelo Soldini, Comune di Milano, 1973
Guido Seborga. Pittura ideografica, Catalogo della mostra Galleria Narciso, di Torino, 18 aprile-10 maggio 1974, testi di Umberto Mastroianni, Marzio Pinottini e Guido Seborga, Torino, Galleria Narciso, 1974
Guido Seborga. Ideografie Afro mediterranee,
Filmografia
Gabriele Nugara, Guido Seborga. Ritratto d’artista, 2010
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