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Immagine dell'opera

Pierre Mortier

(Leida 1661 - Amsterdam 1711)

Forte de Fuentes

Dimensioni

mm. 195 x 280

Tecnica

Acquaforte

Firma

in basso al centro: P. Mortier Excud.

Provenienza

Esposizioni

Commento

Situato in posizione strategica sul colle Montecchio presso Colico, al confine tra Valtellina, Valchiavenna e Alto Lario, l’imponente complesso militare del Forte di Fuentes era stata voluto all’inizio del Seicento dal governatore spagnolo dello Stato di Milano, don Pedro Enriquez de Acevedo, conte di Fuentes (da qui il nome), come risposta alla costruzione della Strada Priola tra Bergamo e la Valtellina attraverso il Passo di San Marco. La nuova strada, infatti, metteva in comunicazione il territorio della Repubblica di Venezia, allora alleata della Francia contro la Spagna, con quello della Repubblica dei Grigioni, di cui la Valtellina e la Valchiavenna erano un baliaggio. Il Forte rappresentava, quindi, una minaccia diretta alla Repubblica dei Grigioni, che controllava tutti i passi alpini delle Alpi centrali, in funzione dissuasiva verso ogni tentazione di trasformare la via commerciale con Venezia in strada militare per il passaggio di truppe.

È proprio questo complesso contesto geopolitico che conferì subito al Forte di Fuentes quel rilievo internazionale che attirò presto l’attenzione di geografi e editori e rese indispensabile inserirne l’immagine nelle più importanti descrizioni dell’Italia descrizione dell’Italia.

Iniziato nel 1603 il Forte fu inaugurato nel 1607.

Una delle sue prime immagini a stampa è l’incisione pubblicata nel 1616 dal libraio padovano Pietro Bertelli nel suo Teatro delle città d’Italia con le sue Figure intagliate in Rame, & descrittioni di esse, edito a Vicenza da Domenico Amadio.

L’incisione di Pietro bertelli, ripubblicata dieci anni dopo dal filgio Francesco in una nuova edizione dellos tesso volume (padova, 1626), è ripresa in quella nell’acquaforte di Hondius Jodocus (Josse de Hondt) apparsa nella Nova et Accurata Italiae Hoderniae Descriptio, pubblicata a Leida nel 1627 da Bonaventura e Abraham Elsevir. che la riproduce pari pari animandola e ammorbidendo l’asprezza rocciosa del colle.

Ma è con l’artista svizzero-tedesco Matthaus Merian il Vecchio che la rappresentazione del Forte, fino ad allora chiusa e arcigna, si apre sullo sfondo del paesaggio del lago e si arricchisce nel primo piano di una vegetazione che ingentilisce la massa rocciosa su cui sorge la fortezza.

La sua incisione, pubblicata nel 1640 nel volume di Martin Zeller Itinerarium Italiae Nov-antiquae,

è alla base di questa acquaforte di Pierre Mortier che la riproduce pressoché esattamente anche nelle dimensioni, distinguendosene solo per una migliore qualità di stampa che riesce a calibrare con maggiore efficacia pittorica il gioco del chiaroscuro.

Sulla cima del colle le mura del Forte si disegnano geometricamente con un ritmo spezzato che asseconda la configurazione della spianata protendendosi minacciosamente sul versante della terraferma con ripetuti angoli aguzzi come artigli, in forma quasi stellare, secondo i canoni classici dell’architettura militare dell’epoca.  Sul vertice di ogni angolo una torretta e due cannoni, uno su ognuno dei lati.

All’interno, animato dal movimento dei soldati, un vasto casermone centrale adibito agli alloggi militari, contornato da diversi altri edifici, che culminano nella corona di casematte che contorna il cocuzzolo in cui culmina il colle.

All’esterno, in primo piano, sulla destra la scoscesa parte di roccia del colle che emerge da una fitta fascia di vegetazione. Sulla sinistra lo scoglio roccioso alla cui base si trovano le case del Borgo e sulla cui sommità è collocato un posto di guardia, mentre un ampio sentiero intagliato nella roccia risale dal borgo verso l’ingresso del Forte a metà del suo lato sinistro.

Sullo sfondo le acque del lago solcate da minuscole imbarcazioni a vela che si allungano fino alle montagne dell’opposta riva comasca.

L’incisione raffigura il Forte Fuentes sul colle Montecchio, nei pressi di Colico, alla confluenza di Valtellina, Valchiavenna e Alto Lario.

Sulla cima del colle le mura del Forte si disegnano geometricamente con un ritmo spezzato che asseconda la configurazione della spianata protendendosi minacciosamente sul versante della terraferma con ripetuti angoli aguzzi come artigli, in forma quasi stellare, secondo i canoni classici dell’architettura militare dell’epoca.  Sul vertice di ogni angolo una torretta e due cannoni, uno su ognuno dei lati.

All’interno, animato dal movimento dei soldati, un vasto casermone centrale adibito agli alloggi militari, contornato da diversi altri edifici, che culminano nella corona di casematte che contorna il cocuzzolo in cui culmina il colle.

All’esterno, in primo piano, sulla destra la scoscesa parte di roccia del colle che emerge da una fitta fascia di vegetazione. Sulla sinistra lo scoglio roccioso alla cui base si trovano le case del Borgo e sulla cui sommità è collocato un posto di guardia, mentre un ampio sentiero intagliato nella roccia risale dal borgo verso l’ingresso del Forte a metà del suo lato sinistro.

Sullo sfondo le acque del lago solcate da minuscole imbarcazioni a vela che si allungano fino alle montagne dell’opposta riva comasca.

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Note