(Bellano 1929 - )
mm 245x300
Ceramolle su rame
Firmata sul foglio in basso a destra: Gian Vitali
Acquisto diretto da editore
“I missoltini - scrive Gianni Brera nella presentazione della cartella di incisioni di Vitali Il mio paese del lago - sono monumenti all’agone, sopravvivenza lacuale dell’aringa […] invenzione che i padri hanno dedicato alla fame. Sono tragici e arguti, folgorati dal sale che non riesce a cancellarne gli occhi”.
Ai missoltini, come vengono chiamati gli agoni essiccati, è legata la sopravvivenza storica delle comunità del lago e di quella bellanese in particolare. Essi sono le vittime sacrificali della vita della comunità, la tovaglia su cui stanno distesi è il loro sudario e lo sguardo dell’artista vi si china carico di grata pietas. Sono umani perché assicurano la vita dell’uomo. Sono natura morta, ma vivissimi con il loro occhio spalancato che sembra fissarci, potentemente sottolineato dal verso opposto in cui si orienta uno di essi e dalla luce che scivola delicatamente sull’estremo bagliore della loro argentea pelle.
Anche qui va evidenziato l’uso sapiente della ceramolle per determinare nell’incisione gli effetti pittorici di luminosità che nel corrispondente dipinto, anch’esso risalente all’82, sono dati dal colore.