(Scicli, Ragusa 1935 - )
mm 370,5x290
Litografia
Firmata sul foglio in basso a destra: Guccione
Acquisto da Galleria Bellinzona
La litografia - parte di una cartella dedicata a “Il Gattopardo” - è ricavata dal pastello su carta, Primavera, che fa parte del ciclo per “Il Gattopardo”.
Il team delle rondini che volteggiano nel cielo azzurro annunciando la primavera è abbastanza frequente in Guccione. Le loro sottili sagome nere sottolineano la vastità profonda del cielo e rimandano all'infinito, come le increspature dell'acqua sul mare. Da qualsiasi punto si guardi l'opera di Guccione, sempre troveremo in essa un'inestinguibile sete di infinito, come assoluto sentimentale in grado di far sentire per un attimo l'anima in armonia con la natura e col mondo.
E' questo bisogno, quasi religioso, di respirare con la natura, di interiorizzare il palpito di infinito che nasce dalla sua contemplazione e di riprodurlo sulla tela, la vera molla della sua pittura e il motivo più profondo che lo ha fatto ritornare nei luoghi natali, a Scicli, divenuto, con le sue architetture, il suo paesaggio e le sue spiagge, tema iconografico ricorrente nella sua opera. In questa litografia è forse il profilo alto di uno dei suoi palazzi che si incunea nel cielo come una cuspide dorata, ansiosa di luce e di infinito, quasi sublimazione figurativa dell'animo stesso dell'artista.