(Bellano 1929 - )
mm 310x498
Acquaforte e acquitinta su rame
Firmata sul foglio in basso a destra: Gian Vitali
Acquisto diretto da editore
La massiccia sagoma arrotondata del San Martino - la montagna appena sopra Lecco, amata dall'abate-geologo Antonio Stoppani che ne Il Bel paese la definisce “un monte fantastico […] una rupe nuda, aspra angolosa” - emerge in questa incisione come una vera e propria “cattedrale della terra”, per usare l’espressione di Ruskin riferita alle Alpi, con i suoi scoscesi contrafforti, i suoi pinnacoli e le sue tormentate pareti, “monumentali casseforti del passato, matrici della Storia universale che annulla e riassume tutte le storie individuali” (Alberto Longatti).
In un precedente dipinto a olio, Vitali aveva raffigurato il San Martino in lontananza, dall'opposta sponda del lago, come un enorme colosso di terra sospeso fra acqua e cielo. Qui, invece, la visione frontale ravvicinata rende la montagna imponente e incombente, presenza viva con le sue rocce illuminate dal sole e, allo stesso tempo, fantasmatica con la sua cima più lontana che si perde in alto nell'ombra.