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Immagine dell'opera

Piero Guccione

(Scicli, Ragusa 1935 - )

Studio per naufragio. Omaggio a Friedrich

Dimensioni

mm 430,5x630,5

Tecnica

Litografia

Firma

Firmata sul foglio in basso a destra: Guccione

Provenienza

Acquisto da Galleria Bellinzona

Esposizioni

Commento

Al tema dell'ombra è dedicato un intero ciclo di pastelli di Guccione, raccolti in volume nel 1981 col titolo borgesiano Elogio dell’ombra. L'ombra in Guccione non è un venir meno della luce, ma un suo velarsi. Essa, scrive Tassi nella sua presentazione del libro, “non cancella le apparenze, le rende più vaghe, più difficili, più misteriose; è un'ala che scende, un brivido, una paura: l'affioramento di un ricordo”. E come un ricordo anche l'ombra nasce spesso “senza causa, improvvisa, un fantasma che appare, il brusio visualizzato dell'inconscio che affiora, il sentimento di una pena.” Avvolte nel mistero le cose perdono ogni certezza e ogni consistenza per accedere a un mondo poetico di puro sentimento, dove tutto diventa più intenso e più precario, come in questo omaggio a Caspar Friedrich, l'artista romantico tedesco con il cui lirico, lineare e quasi astratto cromatismo Guccione avverte una profonda affinità. L'ammirazione di Guccione per Friedrich risale al 1978 quando ne vede un nutrito gruppo di opere alla mostra di Parigi sul romanticismo. Nell'81 esce una cartella di tre litografie, Omaggio a Friedrich, di cui fa parte questo Studio per naufragio, mentre nel 1984 Guccione presenta alla Galleria Il Gabbiano di Roma un'intera mostra di pastelli, Viaggio intorno a Caspar David Friedrich, che costituisce uno dei momenti più alti di tutta la sua opera. Il dialogo con Friedrich, infatti, è per Guccione l'occasione di uno straordinario approfondimento delle ragioni poetiche della propria ricerca formale.

In questo Omaggio - in cui Guccione rappresenta il naufragio di un'imbarcazione a vela investita dalla tempesta che si allontana mentre i naufraghi guadagnano la riva sulla scialuppa a remi - si fondono e si combinano diversi richiami all'opera dell'artista tedesco. Quelli più evidenti e immediati sono a Riva del mare nella luce della luna (1835-36) conservato alla Kunsthalle di Amburgo e al Chiaro di luna sul mare (1830) oggi al Museum der bildenden Kunste  di Lipsia. In entrambi, infatti, la vela sul mare di notte, sullo sfondo della sottile linea chiara dell'orizzonte è il motivo dominante. Ma più sottili allusioni a due delle opere più note di Friedrich si indovinano anche nella barca abbattuta e nella vela - che richiamano il galeone e il sovrapporsi dei lastroni ne Il mare di ghiaccio (1824), - e nella fantasmatica montagna di nebbia e nuvole, in cui c'è l'eco della montagna di fronte a cui sta ritto l'uomo col suo alpenstock nel Viandante sul mare di nebbia (1818). In tutti questi dipinti di Friedrich, e negli ultimi due in particolare, il vero tema è quello della forza superiore della natura e del naufragio dell'uomo nella sua infinita vastità, un naufragio leopardianamente dolce nei suoi “interminati spazi” e nei suoi “sovrumani silenzi” in cui “per poco il cor non si spaura”, ma da cui l'animo esce potentemente esaltato nella sua aspirazione a sentirsi parte del Tutto.

Note