Immagine dell'opera
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Titolo dell'opera:

Ortles (1962)

Autore:

Paolo Punzo

(Bergamo 1906 - Bergamo 1979)

Dimensioni:

cm 70x100

Tecnica:

Olio su tela

Stile:

Naturalismo novecentesco

Firma:

Firmato, datato e titolato in basso a destra: P. Punzo '962 - Ortles

Provenienza:

Acquisto

Note:

Scritto sul retro: IV cantoniera da Trombinin (Canclini) per finanza

Ortles (1962)

 Un breve terrazzo di neve in primo piano, ci introduce alla vista delle alte cime, dei versanti innevati e dei ghiacciai del gruppo dell’Ortles nello scenario aereo d’alta quota dello Stelvio che si spinge a destra fino all’orizzonte sotto un cielo carico di nubi che riverbera sulle rocce e sulla neve una fredda luce violacea prima di perdersi all’infinito in un lontano chiarore.

 

Il paesaggismo epico dell'alta quota, di matrice tardoromantica, di Paolo Punzo ha qui uno dei suoi esempi più significativi. Lo scenario dei ghiacciai e delle alte cime in diretto dialogo col cielo, che fa fremere di esaltazione eroica e di vertigine sublime l'anima dell'alpinista, è la miscela energetica di gran parte dell'opera di Punzo. C'è uno slancio titanico verso il cielo in questi ruvidi giganti di roccia ammantati di ghiaccio che sfidano il coraggio dell'alpinista ed esaltano l'artista. 

Eroico, del resto, è anche un aneddoto - narrato da Fulvio Campiotti sul “Corriere della Sera” dell'ottobre 1968 - legato a questa scenografica rappresentazione del gruppo di cime attorno all'Ortles, nel massiccio dello Stelvio. “L'avventura più paurosa - scrive Campiotti - il pittore la visse il giorno in cui arrivato sotto il Passo del Madaccio in cordata con la guida Giuseppe Canclini, detto “Trombinin”, avendo sottobraccio un quadro appena finito con la Thurwieser e la Trafoier, incontrò l'amico Giuseppe Pirovano il famoso “Piro” e la sua moglie Giuliana, entrambi diretti al Livrio che era pure la meta del pittore. Al Canclini non parve vero di consegnare il suo cliente al Pirovano e Punzo accettò entusiasta convinto di proseguire per il Livrio legato come un qualsiasi turista. Ma “Piro” era senza corda e si limiterà a fare dei gradini con la piccozza, seguito dalla Giuliana e dal misero artista che, aggrappato al suo quadro, temeva a ogni passo di rotolare in basso. Si consolò poi in rifugio, quando poté vendere il suo quadro a un amico dei Pirovano e prolungare così il suo giro pittorico in montagna.”

 

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