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Titolo dell'opera:

Prato della Fara e complesso di S. Agostino a Bergamo alta (1964)

Autore:

Paolo Punzo

(Bergamo 1906 - Bergamo 1979)

Dimensioni:

cm 79,5x98,5

Tecnica:

Olio su tela

Stile:

Realismo novecentesco

Firma:

Datato e firmato in basso a sinistra: ‘64 P. Punzo

Provenienza:

Acquisto, marzo 2005

Prato della Fara e complesso di S. Agostino a Bergamo alta (1964)

La vasta spianata ghiacciata del prato della Fara davanti alla chiesa e all’antico monastero di Sant’Agostino a Bergamo alta, immersa nella pallida luce di una giornata invernale. Minuscole presenze umane - un ciclista che sfida il fondo ghiacciato, un gruppo di persone in sosta, un uomo che cammina radente alla facciata - formano una fantasmatica scena di vita.

Punzo, che era andato via da giovane dalla città, vi era tornato nel ’40 dopo il matrimonio, in seconde nozze, con Nives Baschiera, andando a vivere con la moglie e il figlio Donatello accanto alla vecchia casa paterna in via di Porta Dipinta, proprio nei pressi di Sant’Agostino. E’ dunque un’immagine familiare e quotidiana quella che qui descrive. E a questa familiarità non è certo estranea l’aria di affettuosa delicatezza che circola in tutta la composizione e che determina, probabilmente, anche la scelta stilistica della rappresentazione in chiave chiarista, a dimostrazione della eclettica versatilità stilistica del pittore bergamasco che rende qui omaggio alla sua città natale e a uno dei suoi luoghi storici più antichi e a lui più cari.

Ma è anche un’immagine suggestiva di perfetta resa atmosferica. La facciata del complesso monastico sta esattamente a metà del quadro, come sospesa tra cielo e terra. Anche l’inquadratura, nella sua straordinaria ampiezza, appare ben equilibrata con i due alberi e il primo piano cromaticamente più mosso sulla destra del quadro, altrimenti vuota. 

“Tu, Punzo, - ha scritto Leonardo Borgese - sei legato popolarmente ormai alla pittura di montagna, e la nostra amicizia fu la montagna a stabilirla. Sarei inquieto, tuttavia, se tacessi del Punzo bravo pittore di vedute a Bergamo, a Salisburgo, a Portofino. A Bergamo, specialmente, nell’aria di casa sua. Anche con la pittura non d’alta montagna dunque Punzo è uno che sa quel che vuole…”.

(Leonardo Borgese, Caro Punzo, “Corriere della sera”, 1956)

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