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Titolo dell'opera:

Visitazione (La) (1632/1633 ca.)

Autore:

Pieter De Jode II

(Anversa 1606 - Inghilterra 1674)

Dimensioni:

incisione mm. 627 x 497, lastra mm. 650 x 502

Tecnica:

Acquaforte

Stile:

Barocco

Firma:

In basso a sin.: P.P. Rubens pinxit,// Petrus de Iode Junior// sculpsit - Luca cap I ELISABETH ait // Exultavit infans pro

Bibliografia

François Basan, Catalogues des estampes gravées d’après P.P. Rubens, Paris, 1767,  2a ed., p. 12, n. 4; D. Bodart, R. Mezzetti, Rubens e l'incisione nelle collezioni del Gabinetto Nazionale delle Stampe, Roma, 1977, p. 112,  n. 235; Michael Jaffé, Rubens - Catalogo completo, Milano, Rizzoli, 1989, p. 332, n. 1081; Silvia Cassani, Ricerche sul Seicento napoletano. Saggi e documenti, Electa Napoli, 2000; Oreste Ferrari, Giuseppe Scavizzi, Luca Giordano: nuove ricerche e inediti, Electa Napoli, 2003, p. 23;

Visitazione (La) (1632/1633 ca.)

“Belle et rare “ definisce nel ‘700 François Basan questa bella incisione di Peter de Jode II che riproduce un dipinto monocromo su tavola di Rubens, già appartenuto a Charles Le Brun, oggi alla Národni Galerie di Praga. La scritta con l’indicazione del privilegio di stampa (Cum privilegiis Regis Christianissimi, Serenissimae Infantis et Ordinum Confoederatorum) porta a ritenere che Peter De Jode II abbia eseguito l’incisione prima della morte dell’Infanta Isabella, avvenuta il 2 dicembre 1633, quindi tra il 1632 e il 1633, cioè negli stessi anni cui risale la tavola di Rubens, secondo la datazione datane da Michael Jaffé. Si tratterebbe, dunque, di una delle prime stampe realizzate da Peter de Jode II ad Anversa, dopo il suo ritorno da Parigi, dove aveva lavorato col padre e dove probabilmente aveva inciso la lastra.
Rubens riprende nel dipinto il soggetto e l’impianto compositivo già utilizzato nel 1614 per lo scomparto sinistro del grande Trittico degli archibugieri nella cattedrale di Anversa.
De Jode, allora poco più che ventiseienne, appare un incisore già maturo per lo scrupolo con cui riesce a trasporre perfettamente sulla lastra il dipinto di Rubens in tutte le sue sfumature.
L’episodio della visita di Maria alla cugina Elisabetta dopo l’annunciazione, è ricavato dal Vangelo di  Luca (I, 39-45), come indicato nella scritta sottostante all’incisione  dove vengono riportate anche le prime frasi del Magnificat, che Maria pronuncia in questa circostanza (vv. 46-56).
Maria, in fogge settecentesche, saluta sul terrazzino rialzato sotto la loggia, davanti alla casa, la cugina Elisabetta che ne indica il grembo, mentre il marito di questa, Zaccaria, stringe calorosamente la mano a Giuseppe che sopraggiunge sulle scale, col copricapo in mano, seguito da una inserviente che reca un cesto di vivande in testa. Un altro servitore, rimasto sulla strada, provvede intanto a scaricare altri bagagli dall’asinello che ha trasportato Maria. La piccola loggia colonnata sotto cui si svolge la scena sovrasta una breve galleria ad arco, che lascia intravedere una più vasta terrazza da cui lo sguardo si perde sul paesaggio circostante. 

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