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Titolo dell'opera:

Veduta di San Lorenzo (1786)

Autore:

Domenico Aspari

(Milano 1745 - Milano 1831)

Tecnica:

Acquaforte e bulino

Stile:

Classicismo settecentesco lombardo

Firma:

A sinistra sotto il riquadro: Aspar Del et Scul. Milano

Note:

Ristampa Vallardi, 1808 con il titolo Veduta di S. Lorenzo anticamente Bagni di Nerone

Scritte:

A sinistra sotto il riquadro:  Aspar Del et  Scul. Milano

In basso a destra sotto il titolo:Milano presso li Frat. Vallardi S. Margerita (sic) N. 1101

Bibliografia

Paolo Arrigoni (a cura di), Milano nelle vecchie stampe, vol I, Le vedute, Milano, Cariplo, 1969,  p. 37, ill. n. 129/2;

Gastone Cambin, Domenico e Carlo Aspari incisori e architetti olivonesi, Lugano, Società ticinese per la conservazione delle bellezze naturali e artistiche, 1972, tav. n. 14,  partt. nn. 15-17;

Milano nelle incisioni di Domenico Aspari e Gasparo Galliari, a cura di Pantaleo di Marzo, testi di Anita Mercuri,  Milano, Cooperativa editoriale “Gli Sfidanti”, 1988, tav. II, p. 28, partt. pp. 29 e 31; 

Rebecca Carnevali, Le Vedute di Milano di Domenico Aspari , in “Grafica d’arte, rivista di storia dell’incisione antica e moderna”, n. 1, gennaio-marzo 1990, p. 12, ill. n.2;

La Milano di Giuseppe Parini nelle vedute di Domenico Aspari (1786-1792), introd. di Guido Bezzola, Milano, Il Polifilo, 1999, tav. II;

Franco Monteforte, Milano e la Lombardia pittoresca del primo Ottocento, Sondrio, Banca Popolare di Sondrio, 2011

Veduta di San Lorenzo (1786)

Non sappiamo bene a quale edificio della Mediolanum imperiale romana (forse un tempio pagano)  appartenessero le 16 colonne di stile attico-corinzio che vennero qui trasportate probabilmente nel IV secolo, al momento della costruzione della basilica paleocristiana (poi inglobata nel monumentale complesso tardo cinquecentesco di Martino Basso), come portale d’ingresso  al vasto quadriportico antistante la chiesa, sul quale sorsero poi, col tempo, le abitazioni che si vedono nell’acquaforte,  abbattute solo nel 1935.

Nella veduta dell’Aspari, il colonnato romano con le case retrostanti e la grande cupola del Basso, viene a formare un unico complesso monumentale urbano, animato  dalla vita che vi si svolge tutt’intorno e dalla vivacità delle scene che si dispiegano sotto i nostri occhi: le tre contadine in costume, l’operaio che spinge la carriola , il curato in conversazione con il gruppo dei gentiluomini sulla sinistra, la dama e il cavaliere sul balcone, i due ragazzi del popolo in primo piano sulla destra, che discutono animatamente,  in singolare contrasto con l’elegante coppia in costume e parrucca che sullo sfondo si perde lentamente nell’ombra.

E’ nel complesso uno spaccato della società milanese del tempo, mirabilmente descritto attraverso un sapiente gioco di luci e di ombre, che mostra chiaramente come ciò che interessa l’Aspari non è tanto la piranesiana estetica delle rovine (anche se l’influenza di Piranesi certamente non manca), quanto il rapporto vivo che la storicità dell’architettura intrattiene con la contemporanea socialità urbana.

Il titolo originario dell’acquaforte, Veduta delle Colonne di San Lorenzo, generalmente credute  avanzi delle Terme di Massimiano Erculeo, da alcuni riputate Opera de tempi d’Alessandro  Severo, e da altri Architettura e lavoro del Secolo d’Augusto, fu eliminato, insieme alla dedica all’Abate Francesco Venini (“Mecenate suo Beneficentissimo”), nell’edizione Vallardi del 1808 (cui appartiene questa serie), per essere sostituito da quello meno erudito, ma più immediato e sintetico Veduta di S. Lorenzo anticamente Bagni di Nerone.

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