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Titolo dell'opera:

Le Gallerie sulla strada al di sopra di Bormio (1850 ca.)

Autore:

Mansfeld & Comp.

( - )

Dimensioni:

mm.143 x 213

Tecnica:

Litografia

Stile:

Romanticismo

Firma:

In basso al centro, al di sopra del titolo: Lithogr. Mansfeld & Comp.

Esposizioni:

Le gallerie della strada dello Stelvio nel tratto che scende da Spndalunga verso Bormio. In primo piano la strada, delimitata sul ciglio da parapetti in legno, sulla quale, all’imbocco della galleria si incrociano una contadina in costume che sale e un viandante che scende dietro il suo asino. Sulla strada incombe minacciosa la massa rocciosa scoscesa della montagna lungo cui si apre la strada con le sue gallerie.   

Le Gallerie sulla strada al di sopra di Bormio (1850 ca.)

La litografia pubblicata dalla Lithogr. Mansfeld & Comp.di Vienna, presumibilemente dopo il 1850, riprende con numerose varianti la bella acquaforte dello zurighese Johann Jakob Meyer, Gallerie al Rio Peder, unterhalb dem Wirthshaus Spondalunga, nach Bormio gehend (Galleria al Rio Peder, al di sotto dell’Albergo di Spondalunga verso Bormio), contenuta nel Mahlerische Reise auf der neuen Kunst-Strasse  aus dem Etschthal in Tyrol über das Stilfser-Joch durch das Veltlin längs dem Comersee nach Mayland (Viaggio pittoresco sulla nuova strada dal Tirolo attraverso lo Stelvio lungo la Valtellina e il lago di Como fino a Milano).

Ma, a differenza del Meyer, l’autore di questa litografia mostra di non conoscere assolutamente i luoghi e al raffinato realismo romantico dell’artista zurighese sostituisce una sommaria descrizione paesistica che punta tutto sulla aspra e scoscesa massa rocciosa che incombe minacciosamente sulle gallerie, mentre la scena dell’incontro tra la contadina in costume e il viandante con l’asino banalizza in un artificiale quadretto di genere la scena ben più interessante dei somieri che vanno e vengono lungo la strada con i loro muli carichi di merce e dell’operaio con la pala che lavora, all’ingresso della galleria,  alla sistemazione del fondo stradale.

Anche il cielo, che in Meyer si alzava variegato di nuvole sulle montagne  descritte con inappuntabile precisione, qui avvolge tutto lo sfondo in una confusa nebbia indistinta rendendo irriconoscibile il luogo.

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