Lago di Como (1850 ca.)
Artista lombardo del XIX secolo
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mm. 270x930
Incisione da dagherrotipo colorata a gouache
Romanticismo
Margheritis, Sinistri, Invernizzi, Peverelli, Il lago di Como nelle antiche stampe, Como, 1978, p. 238, n. 508
L’ampia veduta panoramica della parte centrale del lago di Como, presa dalla punta di Bellagio, ha la sua matrice in un’acquatinta ricavata da un dagherrotipo dello Cherbuin, Panorama du lac de Como, pubblicata a Milano nel 1850, con l’indicazione dettagliata dei siti.
Dalla punta di Bellagio lo sguardo spazia a sinistra sulla riva opposta di Cadenabbia e della Tremezzina , mentre a destra da Lierna e Varenna, con l’ingresso della galleria, la vista si spinge su verso l’alto lago, fino alla punta innevata del Legnone, al di là della quale la catena innevata delle montagne della Valtellina e della Valchiavenna chiude l’immagine.
La voga del dagherrotipo si era diffusa a Milano a partire dal 1840, subito dopo la sua scoperta, quando sotto il titolo Le daguerrotype furono pubblicate in volume da Artaria, una serie di stampe della città e dei laghi lombardi ricavate, non più da una lastra metallica incisa, ma da lastre di rame ricoperte da uno strato d’argento reso sensibile da vapori di iodio alla luminosità dell’immagine esterna ripresa e filtrata da un’apposita lente. La nuova scoperta avrebbe spianato la strada alla fotografia, ma gli incisori vi videro subito la possibilità, ritoccando le lastre con l’aggiunta di personaggi e altri particolari, di ottenere immagini di nitido realismo, mentre sul mercato, tra il 1840 e il 1850, si diffondeva l’effimera voga del panorama e del cosmorama a colori, ottenuto acquerellando un’incisione da dagherrotipo. Vi si dedicarono diversi pittori, solitamente squattrinati, come, ad esempio, il lecchese Carlo Pizzi.
A un tal genere appartiene anche questo dagherrotipo colorato a gouache, di cui esistono più versioni dovute ad artisti diversi.